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20 PREFAZIONI E POLEMICHE

Ecco il vero ritratto di quell’asino. Signor dottore, che gliene pare di questi terzetti? Questo è ben altro che «nulla», che «scevro», che «giure», che «lettre», ah? Li senta di grazia un’altra volta, che, torno a dire, fanno al proposito. — E glieli replicai, e i circostanti me li fecero poi dire di nuovo, ed egli taceva, e le risa erano grandi. E chi diceva: — Vello vello, quel pazzo chiosator del Petrarca; anch’io da questo ritratto lo conosco. Oh maledetto, gli è quel cattabrighe che ha poco meno che rovinato un buon uomo di stampatore qui di Venezia, che gli stampò per sua disgrazia due tomi di noiosissimi e pedanteschissimi dialoghi, comprati da pochi e letti da nessuno. Oh che pittura al naturale! oh che pennellate! — Ma no — interrompeva un altro, — mancano molte cose a questo ritratto; bisognava dipingere ancora quella sua natura di mulo, che lo fa tirar calci ad ognuno che gli passa vicino: voglio dire eh ’e’ la vuole con tutti. Se la prese già col prevosto Muratori, il quale però non gli volle far l’onore di scrivergli contro, e così fece anche il Facciolati da Padova, e così la buona memoria dell’abate Verdani, e così il tale, e così il tal altro; — e chi uno e chi un altro ne nominava. — Non gli fu altri che gli scrivesse contro che un certo fraticello con certi suoi nuovi pesci d’amici, veramente suoi degni rivali, che come lui tanto sapevano di poesia quanto i porci di lavar i bicchieri; e fu bella cosa per alcuni anni vedere costui e il frate darsi mazzate da ciechi alle spese de’ loro sventurati stampatori. — Piano — ripigliava un altro, — anche il Facciolati fece la parte sua, non con iscrivere, no, ma sibbene con gli sgherri, da’ quali fu condotto in prigione come un furfante. Guarda pazzo gusto, di farsi cacciare in prigione per iscrivere delle cattive ottave! — E che dite voi — diceva un altro — di quell ’altra castronaggine della Ropelleide, cioè quel sonetto da lui cosi intitolato, con una codaccia di tante centinaia di versi contro quel cristiano di don Domenico Repelli? Guarda contra chi andò a scriver versi! contra uno che non ha mai saputo a’ suoi di cosa sia poesia.

Questi furono a un di presso i discorsi che gli si fecero in sul viso quella seconda sera; e si parlò, come vedete, cosi