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sempre opportunamente, e sempre secondo che richiedevano i tempi, le faccende, le circostanze e le persone !

Pigliamole tutte insieme queste cose, pesiamole accuratamente, e poi allacciancela bene insú, e trattiamolo di sciocco, come hanno fatto infiniti frati, e nominatamente il gesuita Lucchesini! Niccolò non era per certo un uomo di buona morale, come vedremo tosto; ma ch’egli fosse un uomo sciocco! Gesummaria! e’ bisogna ben essere frate da capo a piedi per arrischiarsi a dire di queste cose!

Ai tanti gravi pensieri di governo, quanti ne debbono aver richiesti i pesanti incarichi ch’egli s’ebbe indosso, Niccolò congiunse poi una lepidezza tanto viva, un bell’umore tanto vario e tanto scintillante, che par proprio s’avesse due anime in quel suo corpo, l’una composta tutta di serietá e l’altra tutta di facezia. Leggano la sua novella di Belfegorre costoro che sono tanto ghiotti del Decamerone, e poi mi dicano se v’ha novella quivi da compararsele. Nessuna in veritá, vuoi per pellegrina invenzione, vuoi per grazia e piacevolezza di successivi pensieri, o vuoi per nitidezza di narrare; cosicché, se Niccolò s’avesse voluto sconciare a comporne un competente numero, è cosa molto piú che probabile che messer Giovanni non terrebbe il primo scanno come novelliere. E che diremo poi delle commedie sue? Che unitá d’azione, di tempo e di luogo! che caratteri naturali ! che intrecci chiari ! che facili sviluppi ! E ciascuna cosa corredata da una proprietá e vivezza d’espressione, da una veritá di costume, da un’abbondanza di motti, da una rapiditá di dialogo e da una compagnevolezza ed urbanitá, che ti tocca il cuore, che t’addolce la mente e che t’ assorbe l’attenzione in modo da farti scordare, in mentre che tu leggi, come colui che le compose ti sarebbe riuscito un uomo spaventevole, se avessi avuto a trattar con esso di quelle cose che tanto importano ai regni ed alle repubbliche! E qui pure esclamiamo a coro col reverendo Lucchesini e con un mezzo milione d’altri reverendi: — Oh che sciocco, oh che sciocco!

Ma perché l’umanitá nostra non saglia in orgoglio, e perché nessuno si creda troppo maggiore delli altri quando si