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sua nel maneggiare ogni sorta di persone. Bisogna internarsi bene in quelle lettere per vedere di che raro ingegno la natura l’aveva dotato e il bell’uso che ne sapeva fare! Come seppe aggirare e tener a stecco quella crudel bestia del duca Valentino, e far ischizzar fuori di quell’anima buia ogni disegno piú recondito, ogni trama piú celata, sempre facendo faccia con astutissima semplicitá ad ogni sua diabolica doppiezza, sempre indovinandolo, né lasciandogli capir mai che sempre l’ indovinasse I Come seppe destreggiare con quell’altro malvagio di Gianpaolo Baglioni, e abbatacchiarlo d’ogni banda, e scuotergli il perfido cuore, e rannuvolargli la mente con cento paure che l’avrebbono rimosso dal suo saldo proposito, se fosse stato nel potere d’alcun uomo l’operare un tanto prodigio! Come seppe tórre il panno pel verso con Giulio secondo, papa terribilissimo, e secondargli l’umore, e rendersegli accettissimo, e poco meno che innamorarlo della sua repubblica!

Gran peccato che non sappiamo eziandio come s’avvoltasse con un imperadore e con un re di Francia, a’ quali pure fu mandato ! E qual conto non ne faremmo, se avessimo sotto agli occhi que’ tanti discorsi da lui fatti a tant’ altri principi e uomini magni, co’ quali egli ebbe altresí tante volte a trattare di tante faccende pubbliche? e se avessimo quelle tante parlate, colle quali egli potette infuocar li animi in guisa, d’alcuni de’ suoi principali concittadini, che li spinse a congiurare contro a quelli da lui giudicati (ancorché ingiustamente, come vedremo piú sotto) oppressori e tiranni della sua patria?

Dalle seconde lettere poi, cioè da quelle che scrisse come segretario della repubblica, e’ si scorge molto bene come da’ raggi suoi erano principalmente illuminati i consigli pubblici, e com’egli sapeva con mirabile accortezza tirare ogni suo maggiore in ogni suo disegno, e indurre bellamente ciascuno a pigliare ogni partito da lui proposto, infondendo poi in ogni minor agente dello Stato una qualche parte delle proprie virtú e qualitá, suggerendo prudenza a questo, destando valore in quello, togliendo ogni dubbiezza a quell’altro, ad ognuno indicando il dover suo, esortando, laudando, biasimando e riprendendo; e