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né la sua Storia fiorentina, né i suoi Discorsi sopra Tito Livio, né il suo Principe, né la sua Lettera a papa Leone mostrano tanto l’ampiezza della sua mente quanto la mostra il suo trattato di quell’arte. Ho letto di molti libri che l’insegnano a minuto, massime de’ francesi, né mai ho trovato Niccolò nominato in essi, abbenché tutto quello che contengono di piú principale e di piú massiccio si possa con ragione considerare come dirivato in loro dal trattato di Niccolò. E vero che ogni sua idea è stata da ogni successivo scrittore allargata o raffinata a misura che l’arte s’è ita intendendo meglio; pure tutti quelli che hanno dato regole e precetti d’essa, tutti hanno, chi piú chi meno, fabbricato su de’ fondamenti che Niccolò eresse o, per me’ dire, che Niccolò trasse di sotto a di molti mucchi d’ignoranza e di barbarie. Né riuscirebbe punto difficile il provare che l’odierno costume di far consistere il nerbo della guerra ne’ fanti anzi che ne’ cavalli, derivò da quel suo trattato; e questo è pure il massimo punto di quell’arte. Cosa da maravigliarsene molto, quando si voglia riflettere a due cose: l’una, che Niccolò non fu mai soldato; l’altra, che ne’ suoi tempi si faceva pochissimo caso delle fanterie. Non aver militato mai, e dichiararsi contro un costume universale e combatterlo con tali ragioni da rimuovere finalmente ogni persona dalle antiche opinioni e dalle usanze antiche, sono pur cose che debbono farci stimare quest’uomo per questo verso anche piú che non lo stimiamo come storico e come politico, e indurci ad aggiungere il terzo a que’ suoi due titoli, vale a dire quello di grandissimo maestro di guerra.

A questi tre titoli vien dietro quello d’uom di Stato, vale a dire quello di politico in pratica, poiché quell’altro politico si riferisce alla teorica solamente. Gran ventura s’ebbe il mondo quando si trassero di non so quale biblioteca e si diedero in luce quelle lettere da lui scritte duranti le sue diverse ambascerie, e quell’altre dettate quando serviva la sua repubblica in qualitá di segretario!

Dalle prime si scorge quanto grande fosse la sua diligenza, la sua sagacitá, la prontezza di mente, l’accortezza e la disinvoltura