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Niccolò Machiavelli nacque in Firenze a’ 3 di maggio 1469. Il padre suo si chiamò Bernardo e la madre fu Bartolomea di Stefano Nelli. L’una e l’altra famiglia erano patrizie, e s’è trovato che dalla prima istituzione della repubblica fiorentina sino al nostro Niccolò, la Machiavella s’ebbe tredici gonfalonieri e cinquantacinque signori, che oggi si direbbe in Genova tredici dogi e cinquantacinque senatori. Sono quasimente due secoli ch’ella è spenta. Della Nella non tengo altra contezza se non che dura in Firenze tutta-via, e che uno de’ suoi presenti individui, chiamato Giambattista, è uomo assai dotto, come ne fanno fede alcune sue opere stampate. Bernardo Machiavelli professò la giurisprudenza, e Bartolomea sua moglie pizzicò di poetessa. Qual sorte d’educazione si dessero al figlio, non credo sia più possibile saperlo; ma, congetturando da* multiplici scritti che di lui ci rimangono, è duopo inferire ch’egli l’avesse molto dura, rispetto al corpo, e studiosa molto, rispetto alla mente. Da quelli scritti egli appare essere stato sommo spregiatore d’ogni mollizie, molto attivo, molto laborioso, e tanto fermo di cuore che inclinava al feroce anzi che al mansueto. Si vuole da più d’un autore che Niccolò fosse un tratto collato per sospetto d’aver avuta parte in una congiura contro a’ Medici, e che sostenesse il tormento tacito e con viso sereno: prova non piccola di quella gagliarda fermezza di cuore, tanto visibile in tante parti dell’opere sue. La gente s’è avvezza da dugent’anni e più a considerarlo come un gran politico, né sono molti quelli che l’abbiano mentovato come grandissimo precettore dell’arte militare. Nulladimeno,