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immediate spasimato per essa: e quel che è peggio, quel goffo spasimo s’esprime poi troppo sovente con una mano d’equivocuzzi grossolani, che si sbagliano da molti per frizzi ingegnosi, e con una certa languida sfacciataggine di modi, che non intendo come possa ir a sangue ad una donna anche di costumi alquanto mal corretti. Io voglio credere che fra queste dame e cittadine ve n’abbia moltissime rigide osservatrici delle leggi promulgate ab antico dalla dea Vesta, e degne degnissime della stima e dell’affetto d’ogn’uomo dabbene: pure n’ho notate piú di due e piú di tre, le quali a parer mio non paiono avere una chiara idea della dignitá muliebre, poiché si lasciano dire da qualsivoglia uomo certe cose, di cui ogni femmina ben nata dovrebbe anzi offendersi che compiacersene. — Oh, — direte voi, — tu sei pur sempre quell’austero pedante in fatto di donne che sempre fosti, e sempre ti fa nausea il vedere le donne non istare in sul quanquam e in sulla femminile prosopopea! — Lasciamo dunque di toccare questa corda prima ch’io le faccia rendere un mal suono; e bastivi che fra pochi giorni vi diremo a bocca i vari assalti dati da’ zerbini di Milano e da’ zibettini di Torino alla nostra donna Giulia. Fra pochi giorni vi diremo, e molto a minuto, le stragi che tutte queste donne pretendono ch’ell’abbia fatte in questa loro cittá, dove, per dir il vero, la sua bella personcina, fiancheggiata dalla novitá che ha sempre delle forti attrattive, ha o sembra aver operate delle strane cose. Ve lo posso giurare, signor Francesco: la poverina non può dire una parola sola, far un gesto, muovere un passo, chinarsi, tossire, starnutire, che una frotta di questi ben incipriati signorini, conti, marchesi, cavalieri, officiali ed abati, non dichiari tosto d’aver commossi e trafitti gl’intestini da quella sua parola, gesto, passo, inchino, tosse, o starnuto. Noi l’abbiamo, cosi per ridere, indotta a tenere un esatto catalogo di tutti quelli che se le sono dichiarati amanti sfegatati, e quasi ogni sera è stata costretta ad aggiungere nuovi nomi al catalogo, che un giorno vi sará da lei posto in mano perché lo leggiate e perché vi stupiate come il ronzio de’ sospiri non l’abbia assordata e il fuoco degli sguardi incarbonita.