Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/63

1

LETTERA QUINDICESIMA

DEL CONTE BENVENUTO DI SAN RAFAELLE A’ SUOI FRATELLI

[Quel che possa un colonnello spagnuolo; e l’allegra baldoria accaduta in una posada di Meaxaras, mercé un’ improvvisata distribuzione di quartillos a fanciulli e fanciulle del popolo.] Quando v’avrò detto, fratelli carissimi, ch’io sono in un villaggio dell’ Estremadura, il quale non contiene forse cinquecent’anime, voi vi crederete ch’io non ho argomento stassera da poter farmi onore spiegandovelo in carta; e nulladimeno v’ingannate a partito, ch’io ho mò dell’avventure da raccontare degne dell’attenzione di tremila padri coscritti, non che di tre fratelli. State in orecchi e sentirete. Partiti di Merida poco dopo spuntata l’alba, ci fermammo due leghe lontano in un luoghicciuolo di tre o quattro casupole chiamato San Pedro, dove si scese a mangiare un pochino, perché ne rimanevano ancora cinque buone leghe per venire a questo villaggio e con sicurezza di non trovare casa né tetto lungo quelle cinque leghe. Intanto che stavamo in quel San Pedro togliendo le grosse cotenne ad un buon popone meridano b), giunse un vecchio colonnello del reggimento della Reina in una carrozzaccia a stento strascinata da due smunti cavallastri. Sua Signoria col suo reggimento a spalle scese alla povera posada ( 2 ) dove eravam noi, e non potette celar bene la stizza che gli venne, trovando la meglio, anzi la sola stanza che v’è, da noi preoccupata. Pure non giudicò propio cacciarne d’essa immediate come furfanti: cosa che poteva molto facilmente fare con un minimo cenno che (1) Il territorio di Merida, nelTEstremadura spatrinola, produce fra gli altri buoni frutti de’ poponi eccellentissimi. (2) «Posada», vocabolo spagnuolo che significa «osteria».