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buon prete o un qualche signore de’ principali, in mancanza del prete, si siede in capo alla mensa e benedice le vivande con una preghieretta, a cui tutti gli astanti rispondono a coro con un «ame?i»; e poi ognuno mangia e beve e chiacchera e ride e motteggia, ogni cosa con garbo e con modestia infinita, ché villano molto sarebbe riputato chi offendesse, anche minimamente, l’orecchie muliebri con qualche sconcio dire, anzi pure col piú leggiero di que’ tanti equivocuzzi tanto alla moda nella nostra scostumatetta Vinegia. Terminata la piacevolissima cena, si fa il ripartimento della spesa totale, che tutta è pagata prò rata dagli uomini. Quindi si torna a ballare o a veder ballare; e quando l’aurora comincia ad affacciarsi al balcone dell’oriente, come i poeti fantasticano, tutta la brigata si scioglie ed ognuno se la fa a casa sua. Questo fu il sollazzo che m’ebbi per tre giorni, la seconda settimana che passai in Visbeccia: e vi so dire che fu grande e vivissimo; e non v’ incresca lasciarmi dire e ridire che fui molto edificato dal bello e decentissimo costume degl’inglesi, i quali fanno di queste romorose feste in molte parti del regno loro quasi tutto l’anno, senza grossolani amoreggiamenti, senza parlari puttaneschi e senza risse e baruffe, che non sarebbe forse il caso da noi, se adottassimo tali corse e se le facessimo alla loro moda in ogni punto: vale a dire con que’ balli e con quelle cene dreto, mescendoci uomini e donne di varie classi con quella familiaritá e domestichezza che qui s’usa. Delle piacevoli maniere e del trattar leggiadro, vivace e sempre modestissimo di queste dame e gentildonne, non se ne può davvero dire tanto bene che basti. O che s’abbiano marito o che sien nubili, ciascuna parla o tace o sorride o scherza o balla o fa altra cosa, con una grazia, con una dolcezza, con un contegno, che non lascia verunissimo luogo al piú minimo sospetto contra la sua morale; e nondimeno l’allegria di ciascuna è grande assai, ché ciascuna fa quanto può per mostrarsi festevole e giocondissima, onde contribuire il suo miccino alla piacevolezza e al diletto della festa. Ne’ giorni poi che i cavalli non correvano, avevamo la sera in un teatruzzo assai meschino qualche commedia o qualche G. Baretti, Scelta di lettere familiari. 4