Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/432

le norme d’ortografia e di punteggiatura comuni ai volumi degli Scrittori d’Italia; né trascurando, sopra tutto, di tenere il debito conto, specialmente nei casi dubbi, tanto delle edizioni antecedenti e posteriori delle singole lettere, quanto degli autografi di lettere non suppositizie, alle quali, come abbiam visto, il Baretti attinse volentieri piú d’una volta nel compilare questa sua variatissima Scelta. Finalmente ho aggiunto, a capo di ogni lettera e tra parentesi quadre, un breve sommarietto, compilato, sempre che ho potuto, con le medesime parole adoperate dal Baretti. Vorrei ora poter dare un po’ di bibliografia di questa bella Scelta; ma, vuoi per l’estrema raritá sua, vuoi per la trascuranza in cui, fino a questi ultimi anni, fu lasciato lo studio del Baretti, non solo si può dire che manchi affatto la bibliografia, ma convien riconoscere che pochissimo s’è scritto anche da coloro che del Baretti e dell’opera sua si sono occupati di proposito. Mi basterá quindi ricordare quel poco che su di essa hanno detto P. Custodi (■ Scritti scelti inediti o rari ecc., i, 38, 179-81) e L. Morandi ( Voltaire contro Shakespeare e.o.z., pp. 143-7 dell’ultima edizione), e le note, non del tutto trascurabili, che sono negli Scritti di Giuseppe Baretti scelti e annotati da M. Menghini (Firenze, Sansoni, 1897, pp. viii-ix, 273-4) e nelle Prose di Giuseppe Baretti scelte ed a?motate da me (Torino, Paravia, 1907, pp. 371-2). Onde, se la nuova edizione saprá incoraggiare un buono studio su quest’opera barettiana, cosi lungamente trascurata, io mi stimerò oltre i miei meriti compensato delle fatiche che v’ho durate attorno.