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Ma questo suo metodo di dare delle gravi accuse, senza il loro necessario corredo di prove innegabili, è un metodo che va sfuggito come la peste dagli uomini ben avvezzi, e massime quando sono costituiti in qualche cospicua dignitá ecclesiastica, come a dire in una qualche propostura. Sua Signoria reverendissima non ha mò voluto sfuggirlo, non ha voluto lasciarlo al frate Buonafede, a quell’unico reverendissimo birbante che l’usa, come dicono i legali, per diritto di prescrizione. Che dunque dirá lo zoppo se quel numero ventinove gli va giammai sotto agli occhi? Lo zoppo dirá, mi par di sentirlo, che, se in questo mondo ciascuno fosse premiato secondo i suoi meriti, il reverendissimo signor proposto sarebbe tosto disfatto di proposto e di reverendissimo, sarebbe mandato per ladro in una galera e sarebbe incatenato quivi al primo banco come ladro dell’onore, che vale assai piú che non la roba, accusandoti ribaldamente di falsitá. A dirne poco poco, lo zoppo dirá che, quando il signor proposto gli diede quell’accusa, non era punto sobrio, come i proposti dovrebbono pur essere ciascun di che vivono, e che gli uomini dabbene non attaccano il carattere morale delle persone senza un buon fondamento, se non quando s’hanno per isventura ingoiato di molto vino. Ma dica lo zoppo quel che piú gli parrá quando che sia, e s’ incollerí o se la rida a suo talento. In quanto a me, io sono fermamente fitto in questa opinione: che un qualche forte brivido di coscienza toccherá fra poco il signor proposto, di modo che nelle prossime feste di Pasqua si lascerá anch’esso, come giá il Machiavelli, confessare le sue peccata da un qualche fra Matteo, il quale, se sará come i fra Mattei dovrebbon tutti essere, gli dará in penitenza che si disdica coram popolo di quella brutta calunnia di falsitá: vale a dire che informi ciascuno, in qualche susseguente numero delle Novelle, come, prima di farsi a scrivere il ventinove, s’aveva avuta la disgrazia d’andarsi ad ubbriacare con certi battilani suoi amici all’osteria del Buco. E vogliam noi dire, Pierlorenzo, che, se non fosse stato del tutto briaco, il signor proposto s’avrebbe scritta una birbonata di quella fatta, e che all’accusa di «falsitá», data allo zoppo, s’avrebbe aggiunta anche quella d’«irreligiositá», da lui provata