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prosperi ogni di piú, contenendo, come contiene, tre intieri milioni ed alquante migliaia d’abitanti, debbe altresí contenere il numero poco meno che tondo di diciottomila frati; senza contare l’altro numero di ventiquattromila monache, poiché, secondo quella lista, le monache della Toscana vanno al di lá d’ottomila; e senza contare nemmanco quell’altro numero di trentaseimila preti, poiché, secondo quella stessa lista, i preti della Toscana toccano essi pure de’ dodicimila. Gesummaria! Si può egli un errore in politica, qual è quello di permettere che, in un numero di tre milioni e di qualche migliaio di sudditi, settantottomila tra maschi e femmine se la vivano nel celibato, vale a dire in uno stato diametralmente contrario, come dissi, allo stato naturale dell’umana specie? Gli antichi romani, che credo s’intendessero almeno quanto noi di buongoverno, quando s’avevano piú di quattrocento milioni di sudditi, non vollero avere, in tutto quel loro sterminato impero, che sette sole femminelle consecrate al celibato, giudicando quel numero piú che bastevole a dar grandezza e magnificenza alla loro religione. E noi vogliamo, nel picciol numero di tre milioni e qualche migliaia, consecrargliene lo spaventevol numero di settantottomila tra maschi e femmine? Oh, errore, oh, sproposito, oh, bestialitá la piú maiuscola, che si possa da un governo commettere! Oh, mentecattaggine degli uomini del tutto incredibile, se non l’avessimo tuttora sotto agli occhi! Rimettendo nondimeno ad un’altra volta il far parole delle monache e de’ preti, onde non si ponga, come si suol dire, troppa carne al fuoco, e limitando per ora il nostro discorso ai frati unicamente, come si può, signor don Vittorio, che nessuno fra i tanti consiglieri e ministri del nostro sovrano s’abbia tanto di bontá e di coscienza, s’abbia tanto di caritá verso l’umana specie, da fargli osservare un tratto l’ infinito danno che al suo paese cagiona quell ’avervi dentro diciottomila frati, onde si disponga un tratto e da buon senno ad apportarvi rimedio? onde s’affretti alla veramente cristiana impresa di scemarne almeno il numero, che vassi anche di giorno in giorno facendo sempre piú ampio, sempre piú disorbitante? Dov’è, non dico