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La parte che giace alla destra del fiume non è se non una striscia di case, lunga forse dieci miglia, e fa figura di borgo, mutando nome da sito a sito. La parte che si sta alla sinistra d’esso fiume è pure anch’essa divisa in due parti; verbalmente però, anzi che di fatto, poiché le case e le strade non cessano di correre l’una nell’altra senza interrompimento veruno. Tutto quello di Londra che si volge a levante è quello che propiamente si chiama Londra. Tutto quello che si volge a ponente si chiama Westminster, che suona «monistero occidentale». Comeché la parte chiamata Londra s’abbia di molte ampie strade e non pochi edifizi grandi e solenni, tuttavia è sul totale assai mal fabbricata. L’esterno di Westminster è molto migliore, perché in Westminster v’ hanno strade ampie in maggior numero che non in Londra, e le fabbriche buone sono quivi molto frequenti, quelle in particolare che sono situate intorno alle sue piazze, chiamate qui «sq ilare s», che suona «quadri». Tra que’ quadri si distingue quello di Grosvenor, che si può dire maraviglioso, vuoi per l’ampiezza o vuoi per la bellezza. De’ quadri posti in questo vastissimo ricinto ve n’ ha forse trenta. Il maggiore di tutti è quello di Lincoln ’s Inn Fields, grande tre volte quanto la piazza di San Marco in Venezia, o poco meno, e fabbricato da tre lati solamente. Peccato non sia ornato di qualche fontana pubblica, di qualche obelisco, d’un qualche gruppo di statue gigantesche. Ma gli è una delle povertá inglesi il non avere la cittá, e le sue piazze in particolare, ornate di tali cose. V’è bene qui e qua una qualche statua o pedestre o equestre, ma per lo piú di piombo, anzi che di marmo o di bronzo, e volgari assai. Molte delle strade sono si larghe, che cinque o sei carrozze vi passerebbono a paro con agio. Una d’esse attraversa tutto Westminster e tutta Londra, mutando nome da luogo a luogo. Per questa sola strada vi posso dire che in certe ore del di va piú gente che non ve n’ha forse in tutto il dominio di Modona, o in quel di Parma, o in quel di Genova. È impossibile darvi un’ idea del popolo che lungh’essa si vede, e i carri e le carrozze e i cavalli e talvolta gli armenti intieri di buoi e gl’intieri branchi di pecore che vanno in su e in giú