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LETTERA VENTIDUESIMA

DELLO STESSO CONTE DI SCARNAFIGI ALLO STESSO MARCHESE

Grisella di Rosignano [Adottando le idee perverse che adottò, Niccolò Machiavelli non fece se non seguir la trista moda del suo tempo; onde, rassettata l’Italia, è naturale che i papi perseguitassero con scomuniche i lettori delle sue opere.] [ 6 V vedano le pagine 166-171 del volume Prefazioni e polemiche, dalle parole «L’avere in capo...» alle parole «vieppiú insopportevole»]. Quale dunque, torno a dire, fu la conseguenza delle scomuniche scagliate contro Niccolò Machiavelli e contro l’ opere sue? Diavolo, signor marchese! Dopo la filza di sentenze che v’ho pur ora fatta, non vi basta la vista d’indovinare quella conseguenza? Andatevene a studiar loica, fratello, ch’io non vo’ piú tirar innanzi a parlare con chi mi fa di coteste scempiate domande! M’avete voi capito? Dunque statevi sano e guardatevi dal leggere l’ opere del Machiavelli senza la vostra brava licenza in tasca, se non volet’essere molto debitamente scomunicato. Addio.