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di cortesia tanto bello, davvero che noll’avrei creduto, se non me n’avesse data questa pruova irrefragabile. Bel solletico da lei fatto al mio amor propio! Sa Ella mò, signor conte, che d’oggi in poi io m’ho a riputare anch’io un personaggio da qualcosa? Ho dunque ricevuto il libro, cioè la Clelia del Metastasio, e l’ho letta immediate, perché mi morivo propio della voglia di leggerla; ed ora che l’ho letta, dico che il Metastasio non ha punto duopo delle lode mie, ché, s’io mi limbiccassi tutto il cervello, non gliene potrei dare neanco una da riuscire un po’ nuova. Ma chi può mentovare quell’uomo e non si lasciar tosto andare al diletto di tributargli un po’ di lode? Mi toglio dunque la berretta del capo e me gl’ inchino, ancorché lontano un mille miglia, e gli dico riverentemente che ho letti quanti poeti di nota sono in questo secolo stati prodotti dall’Italia e dalla Francia e dall’Inghilterra; ma che Sua Signoria mi fa ricordare il paladino guercio che buttava per terra i saracini di qualunque regno d’Africa si fossero. Questa sua Clelia, per vero dire, non s’ha quella statura nobilissima e vigorosissima del Tito e del Temistocle, non s’ha quella sfolgorante bellezza del Demetrio e dell’Achille, non s’ha quella divina grazia del Giuseppe riconosciuto, e non s’ ha cert’altre qualitá in quel sommo grado, che altre sue fatture s’hanno. Pure anch’essa ci si mostra degno parto di quella sua mente tutta piena d’invenzione; anch’essa ne sa esprimere di que’ be’ sentimenti, ne sa esporre con parole facili, vive, sceltissime, di quegli affetti, di que’ moti d’animo, che sono a fatica sviluppati in prosa da’ piú sottili filosofanti sulla natura umana. In sostanza la Clelia, comeché non generata con quel furore di gioventú che rese l ’altre suore tanto robuste, ha pure la sua parte di vigore, di bellezza, di nobiltá e di grazia. Via, via con queste metafore! Chi non si stupefá del cervello di quello abate, nel farsi a considerare in quanto poca parte di lingua e d’affetti la poesia sua sia per forza circoscritta dalla musica? In quanto a me, non so finire di maravigliarmi; e perché? Perché anch’ io ne’ miei piú fervidi anni ho voluto far prova se potevo metastasiare; anch’io