Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/260

DI GIOVANNI PARADISI A GIUSEPPE PLANTA 2 ÓI un tempo era vicario apostolico nelle montagne del Bergamasco e provosto o curato di Leprenno, villaggio posto in quegli alpestri luoghi, dopo d’aver introdotti nel mio testo vari be’ pezzi di que’ suoi sciagurati sonettacci e di quelle sue madrigalesse, che il palesano anche piú poetastro dell’abate Giambattista Vicini (h e piú del prefato abate e visitatore Buonafede, soggiungerò in una postilla come il galantuomo avvelenò in quel luogo di Leprenno una sua fantesca svizzera ( 2 > dopo d’averle appiccata una valigia dinanzi, e che, temendo non si venisse a scoprire il misfatto, abbandonò d’improvviso i suoi montanini parrocchiani, senza però dimenticarsi di portar via un deposito di non so quante centinaia di ducati, che i tapinelli gli avevano posto in mano con quella fiducia che si credettono dover avere in un provosto vicario apostolico. E toccate che avrò in quella postilla cert’altre galanterie di minore importanza commesse dal molto reverendo in Milano, in Verona ed in qualch’altro luogo, verrò a conchiudere come finalmente, per involarsi a varie forche dalle quali venivangli fatti de’ cenni poco gradevoli, e’ s’andò a rifugiare in Vinegia, avendo saputo innanzi tratto come in quella santa cittá s’era da qualch’anno introdotta la misericordiosa usanza di proteggere anzi che d’impiccare i furfanti, ogni qualvolta avviene che oltrepassino del triplo e del quadruplo i soliti calibri dell’umana sceleratezza. Questo, signor Pianta, è a un dipresso il terreno sul quale io mi sono prefisso d’ergere il mio edifizio. E perché non manchi alla mia storia corredo veruno, anzi perché il primo tomo non mi venga troppo scarnato, le porrò in fronte un mio trattatello Della perfetta pseudo-poesia, nel quale, molto meglio che non in quello del Muratori (3), verranno con somma chiarezza esposte (1) Fra gli arcadi Egerio Porconero. (2) Il Borga non avvelenò la fante per celare la propia incontinenza (ché di quella non si fece mai vergogna né scrupolo), ma sibbene per godersi con dell’altre femmine certi danari, che la meschina s’aveva redati nel tempo che si stava a’ servigi di lui. (3) Il celebre Muratori, uomo erudito assai ma nulla punto poeta, compose un libro Della perfetta poesia; e tanto varrebbe l’avesse intitolato Della poesia imperfettissima, oppure Della perfetta pseudo-poesia.