Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/251

cosi maiuscolo, v’aveste pure la faccia tosta da mandarmene una copia in regalo con tanta solennitá di parole, che neanco se m’aveste mandato un gioiello rubato al tesoro del nostro potentissimo Sammarco. Ma, Pasquali di Lucifero, Giambattista di Belfegorre, stampatore di Satanasso e di tutta ca’ del diavolo, questi dunque sono i doni che tu sai fare ad un’ Eccellenza pari mia? Mi pigli tu per un qualche putente zoccolante, per un qualche ignorantone di carmelita, per un qualche bestionaccio d’agostiniano, che mi mandi un dono di cotal fatta? E come, traditore, come hai tu potuto lasciarti condurre a fare una tanto mala faccenda, o condurciti da te medesimo barcollando come un cieco senza vista e senza mente? Avessi tu stampato qualche loro libro latino, va’ lá, che te la perdonerei tosto; anzi te ne loderei, perché, a dar loro il dovuto, moltissimi gesuiti sono stati maestri magni di latino e s’hanno scritto in quella lingua di molte belle cose, vuoi in prosa o vuoi in verso. Ma stampare un’opera in italiano d’un gesuita! un’opera scritta in italiano! Giraffa, giraffa (ché m’è pur forza chiamarti col nome d’un qualche quadrupedaccio etiopico), e come potestá essere tanto quadrupedaccio da commettere un tanto errore! C’è egli stato mai in Italia un solo gesuita, a cominciare dal don Loiola di Pampeluna giú sino al reverendissimo Ricci da Civitavecchia loro presente provinciale, c’è egli stato un gesuita solo ed unico, che s’abbia unquanco saputo accozzare cristianamente insieme quattro righe d’italiano? Molti gesuiti di Francia s’hanno scritto in francese, né piú né meno che se s’avessero avuto in capo un cappello di castoro invece della berretta di lana; ma i gesuiti d’ Italia, misericordia! Misericordia, dico, de’ tanti cancheri che ho divotamente e tante volte mandati ai Segneri, agli Olivi, ai Rossignoli, ai Ferreri, ai Bissi, ai Diotallevi, ai Granelli e a quant’altri scrittori d’italiano la loro regola s’ha partoriti! Ve n’avesse pur uno, in quel tanto numero, che un gentiluomo dotato d’un po’ di buon gusto potesse leggere senza tosto recere! E cosi, giraffa mia o mio, se la volete al mascolino, coteste prediche del quondam padre Iacopo Antonio Rossi sono state sbruffate giú al modo gesuitesco: vale a dire sono state scarabocchiate in quello stolto linguaggio,