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Marsiglia potette apporre il minimo che, nello spazio de’ diciasette mesi che dimorarono qui. Egli è tutto modestia, tutto prudenza, tutto buoncostume; onde l’abbiano qui cognominato «il rubino senza magagna». Io gli ho trattati durante il loro soggiorno con quanta cortesia ho potuto e saputo, e date loro alla partenza delle lettere per voi e per altri. Bisogna ora ch’io vi dica una cosa poco piacevole a dirsi: ed è che il cavalier Tommaso si lagna molto acremente non gli abbiate scritta mai una riga dacché ve n’andaste. Malgrado quella sua inzuccherata natura, l’ultima volta che fui con esso mi disse molte amare parole di voi e del poco caso mostrate di fare dell’ amicizia sua. Parlianci schietto, signor Celestino. Dopo le tante gentilezze usatevi, almeno una qualche grama letteruzza potevate pure scrivergliela e dargli conto di quel manoscritto di cui vi richiese. Con qual oro potev’io indorargli questa pillola? come scusarvi di tanta vostra negligenza? Di grazia, Celestino mio, fate di scrivergli tosto, e toglietemi di faccia la vergogna ch’io ho ogniqualvolta m’abbatto in esso, e sottraetemi al gravissimo disgusto di sentirlo sempre lagnarsi di voi con troppa ragione. Un’apologiá del vostro pertinace silenzio bisogna gliela facciate in ogni modo, e bisogna gli diate conto del suo manoscritto che non vi posso dire quanto gli stia a cuore, quantunque, a dirla fra di noi, non sia se non un’inezia. Davvero, Celestino, voi dovreste mostrar di fare, anzi veramente fare, quel caso che un signore tanto dabbene merita si faccia di lui da ogni galantuomo. Lo so quanto voi, e fors’anco meglio di voi, ch’egli ha delle debolezze un pochino ridicole, e n’èuna non piccola quel suo tanto tafferuglio intorno a quel manoscritto. Ma qual è l’uomo in tutto l’universo che non s’abbia qualche ridicola debolezza? Pesiamo il nostro cavaliere alla bilancia e troveremo com’egli ricompra tutte le sue, e molto ampiamente, con quella sua tanta bontá, con quella sua sommissima prontezza in fare ogni bene, in usare cortesia ad ognuno, in alleviare i mali altrui e in accrescerne i beni sempre che può, con una magnanimitá, con una liberalitá che non ha pari. Ogni galantuomo, che per sua buona sorte s’abbatte in uri uomo del