Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/156

sanguinose ironie. Della signora Lavinia non dico nulla, perch’ella è santa e s’ha tanta smania d’andarsene un di ritta ritta in paradiso, che sente le due e le tre messe ogni mattina, e biascia paternostri e avemarie tutta la giornata quanto è lunga, e s’ha sempre il suo frate di mezz’etá al fianco, il quale è sempre pronto a ricevere la sua confessione, come pure de’ begli scudi, onde far celebrare di molte messe per l’anime all’altare privilegiato, nel mentre che la sua serva favorita se ne sta ridendo e trescando nella prossima stanza col padre compagno. Ma quale opinione avete voi della signora Emilia? Oh, non ci burliamo della signora Emilia che ha letto il Guarini e il Menzini e il Zappi, tanto è data ad ogni sorte di poesia! Sapete voi che non si fa nessuna Raccolta, in cui ella non abbia qualche bel sonetto di suo? E la prossima settimana sappiate le giungerá la patente dall’Arcadia di Roma, che la chiamerá probabilmente Germinda Pritanea o Lucinda Melibea o Rosinda Alfesibea. Ma peggio è la signora Ottavia, che sa la lingua francese ed è tanto la gran filosofa che oggimai non crede piú se non alla natura, unica origine e motrice e conservatrice d’ogni cosa, chi ne dubita? Questa però mettiamola a mazzo con quelle che giá dissi del drudo, poiché basta ogni po’ di spinta per tombolare la filosofia di coteste filosofe o filosofesse sur un tomo in quarto o in folio, ché non vo’ dire sur un sofá o sur un seggiolone. Della signora Nunziata non dico verbo, che s’è incapata d’essere medichessa, e stassi di frequente a consiglio collo speziale, e registra in un suo scartafaccio un nuovo «recipe» ogni di, e distribuisce pillole e polveri e sciloppi a’ poverelli della parrocchia non meno che a’ figliuoli, i quali tutti sono dimagrati, giallognoli e sparuti a forza di guerire ogni settimana d’un mal novello; e chi la sapesse tutta, que’ quattro che giá le morirono sarebbono fors’anco vivi e sani, se la loro buona mamma non fosse tanto dottora. A che menartela piu lunga, Peppe mio? Delle cento fanciulle, la Margarita ti riuscirá una ciarliera eterna, e la Lisabetta un’eterna taciturna, e la Paolina sará troppo stizzosa, e la Manfreda troppo flemmatica, e l’ Orsola troppo rigogliosa, e la