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Diamo però che la parte maggiore delle mie cento fanciulle non venga giammai a rompere un solo filo della matassa matrimoniale: non per questo ciascuna d’esse ti riuscirá una perla; ché a dirtela in segreto, molte mogli, impeccabili dal canto della pudicizia, sanno pure molto spesso trovar la via di riuscire anco piú incresciose, piú spiacenti, piú insoffribili che non le stesse mogli infedeli. A troppe mogli pare che basti loro non trasgredire alla fede, perché un marito non s’abbia piú che pretendere. E cosi la signora Teresa, esempligrazia, non si fa scrupolo de’ molti ruspi che i passatempi s’ingoiano, e vuol ire a tutte le veglie, trottare a tutti i teatri, mostrarsi a tutte le feste e dar nell’occhio a tutti in tutti i luoghi dove si fa ragunata; e vuole inoltre la carrozza nuova ogn’anno e livree sfarzose e broccati e merli e gioielli e il diascane che se la becchi; né si cura un ette se manca poi la pecunia necessaria per educar bene i figliuoli e per provvedere le figlie di dote, abbandonando anzi gli uni e le altre alla mercé de’ famigli e delle fantesche, da cui non apprendono se non un goffo parlare e de’ modacci vili, e non di rado delle ribalderie un buondato. E la mia signora Marta che fa ella? Oh, la odia le brigate numerose, detesta gli spettacoli, abbomina ogni sorte di trambusto! Le piace però di veder rimescolare un poco le cinquantadue, né si può dire con qual piacevole palpito si stia ogni sera aspettando che il tagliatore mostri l’asso o il sette o il fante, che sono i suoi tre punti favoriti b): e in questa guisa viene a riuscire anche piú rovinosa al marito che non l’altra, perché perde quasi sempre; né il buon minchione s’ardisce lasciarle mancare i danari, onde non abbia poi a ricorrere al signor tale o al signor cotale, che di molta buona voglia gliene somministrerebbono quanti la ne volesse. E che fa la signora Benedetta? S’ha sempre la voce in aria, e schiaffeggia i figli perché non s’ardisce schiaffeggiare il marito, e sempre parla alle figliuole col cipiglio, e sempre bistratta i servi colle grida, e cangia ogni mese di cameriera, e adopera sempre col suo buonuomo le piú amare, le piú taglienti, le piú (i) Parla del giuoco di faraone o di quello della bassetta.