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DI PIETRO MOLINI AD UNA DAMA INGLESE 133 dal Veneroni d), gridava come spiritato che faceva assolutamente duopo dar principio alla fabbrica con un buon fondamento di regole, e saper bene quel che significhi «nome, verbo, mascolino, femminino, presente, preterito, gerundio, supino, attivo, passivo, dativo, ablativo, genere, numero, impersonale, anomalo» ed altre somiglianti gentilezze. Il buon gesuita si fece sudare, numerando a uno a uno tutti i vantaggi che può ritrarre colui o colei che fassi a studiare una qualsivoglia lingua «col vero metodo grammaticale», gridando pure che stolta cosa sarebbe l’avventurarsi in un labirinto senza un buon gomitolo di spago, o il buttarsi per la prima volta a nuoto senza giunchi o senza zucca; né seppe l’ardente portoghese risolversi a por fine al suo ragionare se non quando il troppo violento gridare gli ebbe minuito il fiato, secche le fauci e quasi spente le forze. Il Buonmattei ( 2 ), che in cotali materie non vuol cedere un iota a qual si voglia gran barbassoro, lasciati sfogare alcuni che con nuove ragioni e con nuovo gridare puntellarono l’alvaresca sentenza, toccato col gomito dal suo amicissimo Restaut (3) s’alzò finalmente del suo sasso e, tiratasi alquanto bruscamente la berretta in sugli occhi e rassettatasi alquanto la zimarra intorno la persona e fattosi grave nel sembiante quanto piú potette ed acconciatosi la bocca fiorentinamente assai, disse, con un tuon di voce chiaro, sottile e pienissimo di leggiadria, nella seguente maniera: — Conciosiacosaché, padri coscritti, io m’abbia scorbiccherata a’ miei di una grammatica toscana, la quale ha pur reso il mio nome un briciolino illustre nel mondo lassuso; nulladimanco, s’io v’ho a dire con ischiettezza l’animo mio, io tengo opinione, coscritti e riveritissimi padri, che molto male farebbe, (1) Ognuno sa come del Veneroni vanno a stampa varie grammatiche tutte cattive e un dizionario italiano e francese che è una molto perfida cosa. Chi egli si fosse, io nollo so: italiano so che non era. (2) Autore d’una grammatica italiana, di cui non abbiamo peranco la migliore, comeché contenga qui e qua degli errorucci. (3) Avvocato parigino che ha scritto un’opera grammaticale intitolata, se mi ricordo bene, Principe s raisonnès de la langue francaise.