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12 lettera prima


— Esorterò allora colle prediche la gente a ben vivere. — E non potete giovar ora alla gente coli ’esempio d’una vita buona?

— Meriterò di piú col sopportare la povertá. — E non v’è anco molto di merito nel dispensare la ricchezza? Consideratela diligentemente da entrambe le parti, signor Bernardo, e troverete che, se que’ meriti frateschi sono grandi, quest’altri meriti secolareschi sono fors’anco maggiori. Ma pogniamoli soltanto alla pari: perché lasciare una vita per un’altra, quando l’altra non ha vantaggio sull’una?

Io non vedo possiate piú risponder altro se non che volete vivere anche un poco per voi solo, dopo d’aver visso tanto per altrui; o, per dirla con altre parole, che, avendovi lungamente travagliato per altrui, siete stanco e volete cercarvi un po’ di quiete, che è uno di quegli ultimi capi detti piú su. Ma anche costi fia forza mi concediate che, communicandovi meno, minor bene farete a voi e agli altri, e, travagliandovi meno, meno pure meriterete. Però, appartandoci da questa considerazione, fa egli mestiere vi facciate frate per trovare quiete e posa in questo mondo? Se voi giudicate che la frateria sia uno stato piú quieto che non il nostro, v’ingannate di gran lunga e male conoscete l’uno stato e l’altro. Di molti uomini dabbene mi sono assai noti, che, dopo d’essersi fatti frati, vi perdetter la flemma e, gittata via la vergogna, si sfratarono prima che l’anno fosse passato. E non vogliate riprendermi e accusarmi ch’io dia ora carico alla religione dicendovi questo, poiché fa duopo non confondere le cose e distinguere tra la religione e la frateria, che non sono scambiate l’una per l’altra se non da’ gofh. Dirovvi anzi di piú: che né anco della frateria è mio animo dirvi male alcuno. Mio animo è solo di mostrarvi quello che a me pare sia la veritá per isgannarvi, ed acciocché per mancamento d’un libero amico voi non tomboliate in un errore che per avventura non iscorgete, abbagliato da’ vostri presenti pensieri.

Queste dunque, ch’io chiamo fraterie, furono giá fratellanze: cioè congreghe di persone giuste, dotte, esemplari, mortificate e mosse da buono spirito a star insieme per servigio di Dio.