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44 LA FRUSTA LETTERARIA non mi pare che abbia ad essere uno de’ necessari caratteri- stici d’una dama perfetta, massimamente quando ella è giovane, e madre d’una mediocre famiglia che richiede da lei una vita che abbia molto più dell’attivo che non del contemplativo. Ma torno a dirlo, se pute un po’ di santocchieria quell’andare i di di lavoro a sentire una messa in chiesa dopo d’ averne sen- tita una in casa, quando si poteva anche avere il comodo di sentirne due in casa, questo è difetto a cui si può quasi dare l’improprio addiettivo di buono. Approvo bene che la festa una dama non faccia tanto uso della sua cappella o oratorio domestico quanto i di di lavoro, perché una dama, egualmente che ogni altro mortale, è tenuta dar buon esempio al prossimo e farsi vedere composta e divota frequentatrice della chiesa ne’ di festivi. Nella lettera sesta, mettendo la sua dama in conversazione, l’autore dice che « sentiva piacere straordinario all’udirla dare un ragguaglio ben distinto e formato d’un’azion militare acca- duta, poiché ne segnava i tempi, i luoghi, le circostanze, le conseguenze; e con la carta o sia tipo alle mani, lo rendeva altrui più intelligibile e piano. Lodava destramente la con- dotta e il valore del comandante, o d’uno o d’un altro uffi- ziale che v’era intervenuto ecc. ». Ma, con buona venia del marchese, l’ intendersi di guerra e di battaglie non è, e non debb’essere uno degl’ ingredienti che si richieggono per for- mare la perfetta dama; e questi suoi segni di virilità non mi paiono troppo acconci ad infiammare un uomo né d’amor pla- tonico, né d’amor matrimoniale. Non solo, per l’universale consentimento di tutti gli uomini, sconviene a una dama il parlare con minutezza, e con la carta topografica in mano, di battaglie e di fatti guerreschi; ma si reputa perfino mala creanza negli uomini l’entrare nel distinto dettaglio d’un solo fatto di tal sorte in presenza di donne civili, e di giovani dame spezialmente. Questo però non è il solo indizio di mascolinità, che il marchese ne fa dare dalla sua cara dama. Nella stessa lettera sesta egli dice cosi: « Ho detto di sopra che fu richiesta di consiglio da una dama sua amica; )