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NUMERO SECONDO 33 sopra dugento sessantaquattro mila quattrocento sessanta- sette milioni di miglia cubiche. Or qual parte son io d’un miglio cubico? Consideralo, e a quel guarda, che se io quanto a questo mio corpuscolo le mi paragono, sono incomparabil- mente per rispetto a lei più piccola cosa che una pulce non è rispetto a questo corpo mio. Oimè, qual piccolezza! Io ri- sguardo con orgoglio come sparutissima una formica, una pulce, o tale altro bacherozzolo che sia in terra; appena io mi degno di guardare cotali corpicciuoli. Ma sono io per avventura più d’un mezzo milione più grande d’una formicai Un milione più d’una pulce? E intanto io sono per lo meno duemila volte dugento sessantaquattro mila quattrocento ses- santaquattro milioni più piccolo di questa terra. Un insetto che fosse altrettanto di me più piccolo, qual sarebbe esso agli occhi miei? Non che agli occhi del corpo, egli sarebbe invisibile pure agli occhi della mente. Perché se questa madre nostra cosi avesse gli occhi da guardarci, come ha forza da generarci e da pascerci, noi saremmo invisibili agli occhi suoi. Ecco la ragione ch’io ho colla terra; ed ecco la sua grandezza per risguardo al mio corpo. Se ella mette a conto tutte le sue parti, io sono una delle frazioni infinitesimali, ed ella è un tutto quasiché infinito, come si voglia a me paragonare. « Ma non è ancora tutta questa la nostra piccolezza, pe- rocché non è ancora questa che è detta, comeché grandissima, tutta quanta la grandezza dell’universo. Questa terra la cui grandezza è tale a nostro rispetto, che non che i confini ci nasconda, appena ci lascia piccolissima parte vedere del suo dorso, e che ci infralisce e invecchia, non solamente a vo- er a tutta trascorrere, ma pure a volerne una sola parte con- emplare a minuto, questo corpo io dico, come a noi .sembra isstmo e esso poi si gran parte dell’universo? No che egli non e. Ella al più non è che la milionesima parte del sole. di «e’ seguenti calcoli ha fatto uso de’ Calcoli rezza di conto non s’abbia da aspettare ij s’ingeneri con esse nell’atiim,^ . " niisure, pure ne dee soddisfare che ^ esse nell animo nostro un’idea di sommissima amplitudine. G. Baretti, La JFrusia - i. 3