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i6 LA FRUSTA LETTERARIA mondo s’ introducesse un bestialissimo concubinato universale. A chi finge di voler solo bellamente scopar via i ragni dagli angoli di qualche stanza, ma che di fatto si sforza di rovinar la casa dalle fondamenta, farebbe mestiero d’altro che d’argo- menti e di ragioni; né voglio dire quello che meriterebbero que’ temerari sacciuti, che sempre si limbiccano il cervello in cercar modi, onde rendere gli uomini vieppiù sfrenati e licen- ziosi nel pensare, e vieppiù scorretti e dissoluti nel costume, e onde si cancellino da’ nostri cuori quelle ridenti e confor- tevolissime speranze di futura beatitudine, che sole possono farci sostenere con virtuosa ilarità e con eroica costanza que’ tanti e tanti mali, che dalla santissima imperscrutabile Prov- videnza sono stati annessi alla misera condizione nostra. Dalle idee del nostro cristiano filosofo del Mugello, quanto sono diverse le idee sul matrimonio del maomettano Sathim Mum Gabner poeta arabo! In uno di que’ suoi volumi, che insieme con quelli d’altri famosi orientali poeti e medici stanno da molti secoli sospesi nella moschea della Mecca, l’onorato e discreto Sathim Mum Gabner ha una canzone, che io voglio qui avventurarmi a tradurre, per porla a confronto di questo discorsacelo mugellano, comeché io sappia quanto una tradu- zione in prosa riesca svaporata, languida e secca, a fronte d’un fiorito, impetuoso ed enfatico originale in versi. Questa è la canzone. « O tu, che dalla sonora ed irresistibil tromba dell’angelo della Nettezza non sei chiamato ad ardere incenso sull’elevato altare della Castità, volgiti a man destra, e cercati una com- pagna mentre le tue braccia hanno ancora robustezza bastante per reggere l’ardente corsiero, e mentre le tue gambe sono ancor atte a farti schivare con precipitosa fuga le zanne e gli unghioni della spietatissima tigre. « Gli è in giovinezza, e non negli anni imbianchiti, che l’uomo attrae a sé con violenta forza gli occhi azzurri delle belle discendenti d’ Ismaele. Gli è in giovanezza che l’uomo si forma una comoda capanna ne’ loro amorosi cuori. « Non ti scordar però, che le folgoranti gemme di Golconda