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vorante calzolaio, nullatenente da Palmi — col quale, Caracciolo, altra volta il Polimeni stesso era stato dal Tribunale di Palmi condannato a tre anni di reclusione per falso in cambiali. — E così, i due riempirono le cambiali facendo apparire come creditore e possessore di esse il Caracciolo, come accettante il Polimeni, allo scopo di far pagare la somma al Cannatà che aveva scritto su quelle cambiali in bianco il suo avallo e che era un noto proprietario, solvibilissimo.

Il Cannatà ciò seppe quando gli pervennero i protesti e gli atti civili da parte del sedicente creditore Caracciolo e da convenuto si difese nei giudizi civili e poi si decise a dare querela — come ne aveva diritto.