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SI RIARACCI TC TIERTTITTO SECRET

fatto tre mesi di aviazione a Pordenone. Ho dimenticato finora di mandarvi 1 giornali francesi di sport che parlano sempre dei nostri volt: se me ne ricorderò ve li invierò. Con queste notizie, non credere che io voli senza la dovuta prudenza; al contrario, prima di montare sull’apparecchio io, i miei amici e 1 piloti ci assicuriamo sempre di tutto, filo per filo e se non mi sento l’apparecchio sicuro, bene equilibrato: e col motore funzionante perfettamente discendo subito. Lunedì se il tempo sarà buono passerò te prove del brevetto, quindi me n’andrò a Parigi per tre 0 quattro giorni. Non so se ritornando in Italia potrò avere licenze; sai che questo per la guerra è un momento critico e per noi aviatori specialmente per quali il Governo sostiene spese non indifferenti e che dobbiamo progredire nel volo con la maggior sollecitudine possibile. Non ti scrivo ora le mie impressioni dei voli perchè non ho tempo, ma sono deliziose. Le prime volte quando salivo ero un po’ preoccupato, ora non pit; si arriva a due o trecento metri con facilità straordinaria e quando si è a tale altezza non si ha più l’impressione della velocità, ma sembra che l’apparecchio sia fermo e si vede la lerra passare lentamente sotto e-si distinguono tutti i particolari del terreno con una nettezza straordinaria. Da lontano vedo sempre Reims con la sua cattedrale che domina la città e tutti i villaggi e le colline che sono net dintorni: l’orecchio continuamente attento al motore in modo da essere pronti ad inclinare l’apparecchio, qualunque guasto succeda. Quando il motore marcia bene, quando non c’è venio si sta tranquilli a. qualunque altezza godendosi i bei panorami, mantenendo l’aeroplano in equilibrio con una mano sola e guidando coi piedi per la direzione. | Reims, 10 luglio 1912. leri dopo mezzogiorno ritornato da Parigi mi sono recato subito all’acrodromo dove ho potuto felicemente passare, avanti sera, le tre prove di brevetto. Tulto è andato bene e così ora sono anche brevetlato «pilota aviatore». I miei compagni hanno anch’essi terminato questa sera. Ora aspettiamò ordini da Torino non sapendo se continueremo a far pratica sull’«Hanriot» 0 se andremo a pilotare qualche altro apparecchio o se torneremo în Italia. Ma si vede che a To-. nino hanno altro da pensare perchè nessuno si fa vio e nessuno ci scrive: per fortuna che si ricordano di mandarci ogni tanto mille lire a ciascuno. Cominciamo a fare una vita da «Padri Eterni»: mai niente da fare; ora non andiamo più al mattino all’aerodromo ma soltanto la sera e là restiamo due o tre ore e vediamo volare e provare sempre nuovi apparecchi e ce la passiamo în compagnia di amici, di signore e E