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danzare sotto la piva, la cominciò a basciare e riversolla suso un sacco e le diede la piva in mano; e quella essendo messa al suo luogo ed egli sonando e la greca amorosamente ballando, fecero dui balli senza mai riposarsi. E parendo a la greca non aver mai sentito il piú gagliardo né cosí dolce suono, volle la terza volta entrar in danza. Onde il giovine, che era di buona lena ed aveva gran fiato, s’apparecchiò, e subito gonfiata la piva, fecero gagliardamente la terza danza. Temendo poi la greca che il marito non sovravenisse, per poter de l’altre volte danzare, diede alcuni «mozzenighi» al sonatore e lo pregò che egli volesse talora lasciarsi vedere, a ciò che potessero a loro agio ballare. Era giá in casa arrivato il marito, il quale, non veggendo la moglie di sotto e sentendo parlare di sopra, domandò chi fosse lá su. La donna conobbe il marito e subito rispose: – Io era venuta qui per far portar giú questo sacco di grano a questo contadino, ma egli nol può da per sé levare, ed io meno aiutare nol posso. Voi avete fatto bene a venire. Salite su e ci aiutarete. – Egli, che altro male non pensò, salí in solaro ed aiutò a mettere il sacco in spalla al contadino che lo portò a basso, ove la donna, che sapeva del ballo fatto, volle alquanto ristorare il giovine de la fatica e gli diede un bicchiero di buon vino a bere, e lasciollo andare. Stava su le possessioni il contadino di messer Salmone da Vimercato, gentiluomo molto ricco ed onorato, che è marito de la signora Ippolita Sanseverina. Come il contadino fu partito, se n’andò a la casa di messer Salmone, ove quasi ogni dí veniva, recando da le possesioni ora una cosa, or un’altra. E ragionando con alcuni servidori di casa, mostrò loro i mozzenighi guadagnati e disse il modo con che acquistati gli aveva. La cosa fu detta a messer Salmone. Egli piú compitamente dal contadino saper la volle, che il tutto minutamente gli narrò. Messer Salmone, che è gentiluomo piacevole, non ebbe mai bene fin che non disse tutta l’istoria al magnifico podestá di Crema, nostro gentiluomo veneziano, il quale nel vero aveva un poco del tondo e, come voi lombardi costumate di noi dire, teneva del bergamasco in magna quantitate. Quando il podestá, il cui nome non voglio per ora dire, intese questa comedia, non si puoté contenere che non desse la baia al contestabile, di maniera ch’egli ne fu a gran romore con la moglie. Ma ella, negando il vero e facendo buon volto, seppe cosí fare che queste erano ciancie che Babone ed Anteo avevano per malevoglienza levate, perciò che ella non gli voleva dar orecchie; e tanto disse che il buon contestabile non dava orecchie al podestá, lasciandolo dire ciò che