Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
lontano da casa e tu perderesti troppo tempo i giorni che si deve attendere a la tintoria. Io voglio che noi facciamo un bellissimo tratto, che a lor dará il conveniente castigo de le loro sceleraggini, e agli altri preti sará in essempio di non tentare l’altrui moglieri. Lascia, ché io caverò ben destramente a questi due l’amore fuor de le brache. Tu anderai domatina a la chiesa di don Anselmo, e s’egli ti dice nulla, mostra, cosí mezza vergognosa, fargli un poco di resistenza; poi lasciati vincere e dilli che gli compiacerai, e dágli ordine che venga il tal dí a le due ore di notte, perché io sarò fuor di Como. Dapoi anderai un altro giorno a la parrocchia di don Battista e seco farai il medesimo contegno, e gli assegnerai pur quello proprio dí, le cinque ore di notte. – La buona donna fece quanto dal marito le fu imposto molto diligentemente, ed ebbe ogni cosa effetto come avevano ordinato, perciò che, come i preti videro la donna, cosí le furono d’intorno. Ed ella mostrandosi piacevole, gli diede ardire che domandassero tutto quello che loro piaceva. Il che essi facendo, ebbero l’ordine da la donna secondo che il marito ordinato le aveva. Don Anselmo si presentò a le due ore di notte e fu da l’Agnesa serrato in un luogo de la casa ove era un letto, dicendogli che si corcasse. Il prete incontinente si spogliò ed entrò in letto. Venne dapoi la donna e cosí al buio accostatasi al letto, disse a don Anselmo: – Messere, non vi rincresca aspettar un poco, perché mi conviene dar ordine a certe cose de la bottega, e poi verrò a starmi vosco. – In questo il marito di lei picchiò a l’uscio e disse: – Agnese, se’ tu qui? apri. – Oimè, – disse ella, – mio marito è venuto, ed io sono morta! tosto, messere, entrate in questa botte, e lasciate far a me. – E facendo levare il prete, diceva: – Marito, io vengo. – Mise il prete dentro la botte e ve lo chiuse; poi, presi i panni di quello, gli serrò in un forziero, ed aperse al marito dicendogli: – Che ora è questa di venire? – Maestro Abondio aveva una lucerna in mano e disse che per la fortuna del lago non era potuto andar innanzi, e che voleva dar ordine per tinger certi panni verdi. Onde, dicendo questo, di modo acconciò la botte che il messere non poteva senza licenza uscirne. Era la botte piena di certa polvere verde che i tintori adoprano. E messe Abondio, per piú spaventar il prete, disse: – Moglie, va e fa scaldare un calderone d’acqua, ch’io vo’ distemperar questo verde e dimatina a buon’ora adoperarlo. – Mai sí! – rispose la donna. – Noi siamo a l’ordine. Non sai che dimane si faranno l’essequie del conte Eleutero Ruscone e che nessuno fin dopo desinare lavorerá? I famigli nostri sono tutti fuor di casa. Andiamo