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dai vostri m’era stata involata. Voi, la vostra mercé, faceste far la publica grida, come si suole in simil fatto; ma da l’altra banda faceste vestir la cavalla e quella, travestita che pareva una maschera, fuor de la cittá con un vostro servidore mandaste per trasfugarla. Ora l’effetto non seguí secondo il desiderio vostro, perciò che voi sapeste farmi rubar la mia cavalla, ma non la sapeste poi celare. E per questo sono venuto a darvi consiglio ed aita, a ciò che una altra volta i vostri furti sappiate meglio nascondere. Eccovi queste brache, che io v’ho recate a ciò che, quando farete rubare qualche altra cavalla, possiate con queste farle coprire le parti posteriori e nasconder il sesso. E cosí potrete piú sicuramente rubare. – Il Caruleio senza fine si vergognò, né seppe sí bene rispondere al cossentino, che tutti non si accorgessero che egli il furto aveva fatto fare. E per l’avvenire si guardò da simil misfatti.


Il Bandello al molto magnifico signore
il signor Giovanni Tollentino conte


Non sono ancora molti giorni che, essendo in Milano il gentile e magnifico messer Lodovico Alamanni, ambasciatore di papa Lione decimo appo il luogotenente del re cristianissimo, che seco nel convento de le Grazie, ove egli albergava, si ritrovarono a desinare alcuni gentiluomini. E ragionandosi dopo desinare di varie cose, si venne a dire di quanto ornamento siano i bei motti e le pronte e argute risposte a tempo date, e quante volte sia avverato che un arguto detto averá levato di gran pericolo il suo dicitore. Era in quei ragionamenti il venerabile religioso de l’ordine predicatore fra Girolamo Tizzone, persona molto dotta e figliuolo del conte Lodovico Tizzone di Dezana, mecenate dei letterati, che voi per lunga pratica conoscete. Egli a questo proposito narrò alquante belle novellette che pur assai a la brigata piacquero, le quali avendo io scritte, perciò che sono brevi, tutte ho in una novella poste. E sapendo che voi meravigliosamente di cotesti motti vi dilettate, non ho voluto che sotto altro nome escano quelli che io ora ho scritto, che sotto il vostro. So bene che ai meriti vostri