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voi fate profitto alcuno con queste lusinghevoli parole e promesse; ma se voi avete tanto cari questi altri dui figliuoli, – e mostrava da la finestra i dui bambini, – come voi dite, tagliatevi il naso e io, questi vi restituirò. Altramente tanto farò di questi, quanto del primo avete veduto fare. – L’infelice padre, non pensando punto a la infedeltá e malvagitá del perfido schiavo, che non era per attendere cosa che si promettesse, ma solo avendo in mente l’amor paterno e innanzi agli occhi l’orrendo spettacolo de lo smembrato figliuolo, e temendo il simile degli altri, fattosi recare un rasoio, si tagliò il naso. A pena aveva egli fatto questo, quando lo sceleratissimo barbaro, pigliati i dui figliuolini per li piedi, quelli, del capo percotendo al muro, gli lanciò in terra. A questo misero gentiluomo andò, vinto da l’estremo dolore, fuor di sé, e, gridando miserabilmente, averebbe mosso i sassi a pietá. Era con esso quivi numero di gente assai, tratti da la fama de la sceleratezza del servo e dal romore gradissimo che per tutto rimbombava. Il crudel moro del tutto rideva, parendogli aver fatto la piú bella cosa del mondo. Ancora che quivi fossero stati migliaia d’uomini, se non avessero avuto i cannoni, non potevano la torre pigliare, quando ci fosse stato dentro da vivere. E mentre che il romore era grandissimo il fiero moro prese la donna e quella mise su la finestra; la quale ad alta voce gridava mercé ed aveva legate le mani di dietro. Lasciolla il crudele su la finestra un pezzo, che tanto gridava che quasi era divenuta roca; poi con un coltello gli segò le vene de la gola e quella d’alto a basso lasciò tombare. I gridi erano grandissimi di quelli di sotto e le lagrime infinite. Ora non ci essendo creature da mandare a basso, disse il crudelissimo omicida: – Rinieri, grida pur, se sai, e piangi quanto puoi, ché il tutto farai indarno. Credi tu forse che ciò che io ho fatto non l’abbia prima tra me ben pensato e provisto il modo che tu non potrai contra me incrudelire? Duolmi solamente che tu non sia stato a queste nozze, a ciò che non ci fosse restata reliquia dei casi tuoi. Ma vivi, ché sempre averai dinanzi agli occhi la mia vendetta e mai non purgherai il naso che di me non ti ricordi. Ed imparerai a le tue spese a flagellare i poveri servitori. – Detto questo, egli andò a la finestra che era verso il mare e, ad alta voce gridando, diceva: – Io moro contento, ché dei buffettoni e battiture a me date ho preso vendetta. – E questo dicendo, si gittò sovra quegli scogli col capo in giú, e fiaccandosi il collo, fu portato a casa di cento para di diavoli e lasciò il misero Rinieri erede