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numero d’uomini ne la cittá di Parigi si poteria prevalere che portassero arme, volle che tutti facessero la mostra armati, chi a piedi, chi a cavallo. E di questa mostra diede la commissione al Balva, che ancora non era cardinale, ma solamente vescovo. Il che sentendo monsignor di Cabannes, gran maestro di Franza, se ne turbò forte, conoscendo che questo non era ufficio di vescovo. Tuttavia non volle contradire al re né dirgli che non istesse bene ciò che egli faceva. Ma accostatosi a lui, riverentemente gli disse: – Sere, io vi supplico umilissimamente che sia di vostro piacere di farmi una grazia, che a me sará di grandissimo contento. – E che cosa volete voi, – rispose il re, – che io vi faccia? – Io vi supplico, – soggiunse il gran maestro, – che voi degnate darmi commessione che io vada al vescovado che è di monsignor Balva, a riformare i suoi canonici e visitarli. – Come può esser questo? – disse il re. – La commissione non sarebbe proprio né a voi convenevole, ché non istá bene che un secolare non sacro emendi le persone ecclesiastiche. – Sí, sará, – rispose il gran maestro, – cosí propria e conveniente a me, come è quella che voi commessa avete al vescovo, che vada a far la mostra ed ordinare le genti d’arme. – Piacque al re l’arguzia e rivocò la commissione. Ché forse, quando monsignor Cabannes avesse detto: – Sire cotesto non istá bene; voi nol devete fare: mandateci un commissario de le mostre, – o simil’altre parole, il re, che era capriccioso, si sarebbe adirato e averebbe voluto che la commissione data al vescovo si fosse essequita.


Il Bandello al magnifico e vertuoso
messer Tomaso Pagliearo


Suole il nostro messer Giovanni Figino fare spesso il viaggio da Ragusi a Milano, essendo giá molti anni che a Ragusi tien casa, ove di continovo ha un fondaco di mercanzie d’Oriente. E nonostante che in Milano sia di nobilissima ed antica famiglia e d’oneste ricchezze possessore, nondimeno egli molto profittevole ed onoratamente l’essercizio di mercante fa, e sempre, quando viene, porta a donar agli amici suoi e parenti mille belle cosette, e a me, che certo non mediocremente ama, o porta o manda ogni anno un mazzo di calami di