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gabbato Fracasso e Bartolomeo a casa, ove in una camera, fatto accendere il fuoco, fu posta de l’acqua a scaldarsi. Avea Bartolomeo del sapone nero e tenero, col quale cominciò a lavare il capo e la barba a Fracasso. Quello sapone mischio con l’acqua e con quella brutta lordura faceva una grandissima e fora di modo puzzolente schiuma, che pareva proprio che uno chiasso pieno fosse aperto; di modo che Bartolomeo diceva tra sè: – Certo, se io ho fatto il peccato, ora faccio la penitenzia. – Tuttavia deliberatosi di finir l’opera, non si curando di puzza, attendeva a stropicciare i capegli e barba di Fracasso, e tale volta gliene faceva inghiottire, di quella fetida schiuma, parecchie dramme. Quando poi Fracasso, astretto da l’amaritudine di quella stomacaggine di quella lordura, volea sputare, Bartolomeo, mostrando per carità ben fregarlo, con le mani gliene empiva a larga derrata la bocca, e sì bene lo trattava che il povero uomo a se stesso veniva in fastidio, e amava meglio sofferire quella quasi insupportabile pena, che sentirsi quella puzza attorno. Onde tanto quanto poteva, sofferiva ogni cosa per lasciarsi nettare. A la fine tanto fu lavato che la barba e capelli si nettarono, ancora che uno poco del cencio li venisse sotto il naso. Non mancarono però dopoi le beffe e il truffarsi di lui, perchè tutto il dì da molti gli era detto, quando il vedevano: – Ecco il ladro de li preziosi odori. – Ma egli, come cane da pagliaro si scuote, e come cornacchia da campanile niente si cura di cosa che se li dica, e attende a fare il fatto suo, e lascia dire ciò che si vuole. E tante e tante ingiurie, scherni e beffe ha supportate e tuttavia sofferisce, che è miracolo come ardisca comparire tra gli uomini di conto. E con questo, sotto l’ombra di questi signori Fregosi, di buf e di raf si è fatto ricco.
Il Bandello al molto illustre signore il signore
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