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già mai. Discrezione in lui non alberga, nè civilità che si sia. E tra le molte sue gherminelle e vegliaccherie che ha, questa ne è una: che quando serve uno padrone, se da quello fosse mandato per quale si voglia importantissima cosa ove bisogni usare celerità, o vero che vi andasse la vita di uno uomo e bisognasse non che andare ma volare a parlar a’ giudici o altri per aiutarlo, e trovasse egli in via da poter guadagnare uno o dui marchetti, non pensate che si movesse di passo: e’ si fermeria tre o quattro ore e più anco assai, perciò che tiene più conto di uno bagattino, che de la vita di colui per lo quale è mandato. Più e più volte bisogna che vada per gli affari del signore a Vinegia, e sempre il signore Cesare li fa dare denari per andare e tornare. Non crediate che egli mai entri in osteria nè che spenda uno soldo, perchè non va per la strada corrente e dritta, ma camina per traversi, a trovare questi e quelli amici del signore, e alloggia con loro, acciò che possa civanzare tutti i danari che ha per fare il viaggio avuti. Ma io ora non vuo’ intrare nel pecoreccio di cotestui, perciò che non ne potrei così di liggiero venire a capo, essendo le sue pecoraggini tali e tante che non si esplicarebbero in molti giorni. Vi dico adunque che quando il signor Cesare o sè o altri profumava, se il bergamascone poteva dar de le mani su uno di quelli vasi di zibetto o composizione, che tutta la barba largamente e senza discrezione insieme con li capelli si profumava, di maniera che assai spesso votava quelli vasi. Bartolomeo bergamasco, che al presente in Pinaruolo vedete maestro di casa di esso signor Cesare, attendeva allora a la camera e persona del detto signore. Accortosi egli che Fracasso era il dissipatore degli odori, tra sè deliberò fargli una berta, acciò si profumasse di tale odore, quale a sì indiscreto villano si conveniva, e trattarlo come meritava. Onde empì uno vaso di sterco umano e lo coperse con un poco di composizione odoratissima. E doppo che il signore fu uscito di camera per andare a palazzo per far compagnia a li signori rettori di Verona quando vanno a messa, Bartolomeo, riposti i veri vasi del buono odore, lasciò a posta su la tavola il vaso acconcio di altro che muschio e zibetto; e uscì di camera, mostrando avere altre facende da fare. Fracasso, che a quella ora soleva profumarsi, non essendo ancora partito il signore di casa, intrò in camera; e veduto il vaso in tavola, vi si avventò come l’avoltore a la carogna. E scopertolo, vi ficcò dentro frettolosamente le dita e cominciò a impastricciarsi la barba e li capegli. E per l’odore de la perfetta composizione non sentendo il tristo odore del tributo culatario, ci tornò due e tre volte e quasi votò tutto