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faceva non procedevano nè da pazzia nè da poco cervello, ma nascevano da la vivacità, acutezza e sublimità de l’ingegno che in lui era, perciò che il tutto faceva pensatamente; e come si deliberava fare alcuna galanteria, considerava la natura di quelli che beffar voleva e il piacer che ne poteva conseguire il signor marchese. E di molte che a diversi tempi fece, io ve ne vuo’ dire una che a esso marchese da lui fu fatta. Era di natura sua molto pensoso esso Gonnella; per questo, come si trovava solo, sempre chimerizzava e si imaginava alcuna piacevolezza, e tra sè prima la ordiva tre o quattro volte avanti che le mani mettesse in pasta. Onde, avendosi imaginato di farne una al signor marchese, si mise uno giorno a una fenestra del palazzo, che risponde su la piazza verso la chiesa episcopale. Avea egli uno coltellino in mano, e spesso alzando gli occhi al cielo, faceva con la punta del coltellino certe ziffere e caratteri sopra il muro. Sovravenne in questo il marchese, e, mostrando pure il Gonnella non si accorgere di lui, attendeva tuttavia a fare li suoi caratteri, alzar gli occhi al cielo e con le mani fare mille bagattelle e atti, che parea bene che profondamente immerso si trovasse in pensieri importantissimi. Poi che il marchese stato fu buona pezza a mettere mente a quelle bizzarrie, disse al Gonnella: – Che cosa è questa ove tu farnetichi adesso? – Come egli sentì il marchese, fingendo non si essere di lui prima aveduto, disse: – Che trenta diavoli andate voi a questa ora bazzicando in questi luoghi? – E mostrando essere molto adirato: – Io pagherei una bella cosa, – soggiunse, – se voi ora non mi avessi sviato, perciò che sono passati via infiniti istanti del corso del cielo cerca una cosa che io astrologava e ci vorrà del tempo avanti che io pervenga ove era. Andate per l’amor di Dio, non mi rompete il capo. Questa è una gran cosa, che non possa avere due ore il giorno per fare ciò che mi ven voglia. – Ove è il Gonnella? dimanda qui il Gonnella. Fa che venga tosto. – Quando poi vengo, trovo che non ci è nulla. – Il marchese allora: – Oh vedi bello tratto! Questo è uno de li tuoi tratti che sai fare. Che ghiribizzi hai tu nel capo? che farnetichi? che astrologhi? Questa sarà ben bella se vorrai darmi ad intendere che tu t’intenda di astrologia. Qui la tua vanga non intrerà nel mio terreno. – Orsù, – soggiunse il Gonnella, – io mi troverò pure uno picciolo luogo ove voi non verrete a disturbarmi, chè se voi sapessi ciò che io faceva, non mi avereste rotta la fantasia. – Crebbe allora il maggiore desiderio del mondo al marchese di spiare e intendere che cosa fosse questa, e instantissimamente cominciò pregarlo che volesse manifestarli ciò che faceva. Poi che si ebbe