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tosto il prence Beraldo devesse mettersi in punto, e meno sapevano che fosse loro tanto vicino; perciò alloggiavano a la sicura, con pochissimo ordine e senza tèma alcuna. Giunse adunque Beraldo a le spalle de li nemici e cominciò valorosamente combatterli, di modo che, non avendo tempo di armarsi e ridursi in ordinanza, furono per la più parte rotti e morti. Corrado e Lodovico, li dui menori fratelli, amando meglio morire con l’arme in mano che vilmente fuggire, doppo l’essersi in mille maniere affaticati di mettere i loro soldati insieme, restarono amendui occisi. Intendendo il conte Rainero li suoi essere disfatti e li dui suoi figliuoli morti di còlera e di soverchio dolore tutto </nowiki>pieno, arrabbiava di modo che pareva forsennato, nè sapeva che si fare. A la fine, in sè ritornato, ricominciò la guerra più crudele che mai contra sassoni, avendo grande aita dei suoi parenti e amici. Durò questa guerra con gran danno de l’una e l’altra parte assai tempo; onde, andando le cose di male in peggio, alcuni prencipi e baroni vi si interposero per mettere pace tra li guerreggianti. Ottone imperatore assai vi si affaticò, ma non li puotè mai mettere accordio, non volendo il conte Rainero e li suoi aderenti che il prencipe Beraldo si comprendesse ne lo trattato de la pace. A la fine, dopo molti trattati, la pace si fece, con questi capitoli tra loro: che a patto nessuno il prencipe Beraldo si intendesse essere messo nè compreso in la pace, anzi restasse per diece anni bandito di tutta Lamagna e in quello tempo non potesse portare le insegne o siano armi di Sassonia. E così rimasero, quelli che guerreggiato aveano, in tranquilla pace. L’imperadore, cui senza fine despiaceva il partire del prence Beraldo, ma per acquetar i tumulti germanici vedeva essere di bisogno che si partisse, doppo molti ragionamenti: – Io, – disse, – nipote mio carissimo, voglio che da ora innanzi la insegna tua sia uno scudo d’oro con una aquila negra dentro, che abbia il becco e le gambe rosse. Questa arma ti servirà d’insegna e ornamento in le imprese tue per te e la tua posterità. – Accettò con lieto core Beraldo il dono de l’imperadore, e da molti de li suoi vassalli ben accompagnato, doppo l’aver rese al zio le debite grazie, se ne partì, e con lui, al partir di Lamagna, molti soldati del paese, li quali di quello il gran valore ne la milizia sapevano, si congiunsero. Pervenne con li suoi comilitoni ne la Borgogna, che allora era reame, e vi regnava il re Bozzone, che molto volontieri e con allegro viso abbracciò il prencipe Beraldo, sperando col mezzo di quello ricuperare alcune sue castella che certi uomini di malvagia e pessima vita gli aveano rubato, e non lassavano passare viandanti e mercatanti che essi