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vivere da cristiano, per le sceleraggini loro si rendeno odiosi a Dio e al mondo, e come ribaldi a dito da tutti si mostrano. E che credete voi che di me si dica? pensate voi, perchè io sia duca, che a me si perdoni, o che grandi e piccioli non mi tengano per rubello di Iddio? Ora, figliuoli miei, io considero li perigliosi casi che in questa caduca e frale vita umana tutto il dì avengono, e gli impedimenti che si hanno in tutte le sorti degli uomini, siano di qual grado si voglia, che desederano seguire la vera religione cristiana. Io per me so molto bene come il fatto mio sta, e conosco e liberamente confesso essere assai lungo tempo non già da vero cristiano ma da uno ribaldissimo uomo vivuto, caminando per la spaziosa e patente via de li peccati: de li quali molti enormissimi ho commesso, e lungamente perseverato in quelli; chè se non fosse la misericordia del nostro signore Iddio, ne la quale ho tutta la speranza mia, io porto ferma openione che oggimai in anima e corpo dannato sarei. E tra gli altri gravissimi e publici peccati miei che tutti sapete, io sono stato acerrimo persecutore contra il nostro santo padre sommo pontefice, vero vicario di Cristo in terra, papa Innocenzio. Troppo evidente fu la mia ingiusta persecuzione contra li santi vescovi di Poitiers e Limoges, cacciandoli da li vescovati loro perchè essi mi dicevano la verità. E avendo senza autorità apostolica criati altri vescovi, ho causato, per la mia falsa openione, che preti assai sono da’ scismatici stati ordinati. Ora, avendomi il Salvatore nostro per misericordia e bontà sua infinita fatto grazia di riconoscere il gravissimo mio errore, ove tanto tempo con enorme offesa di quello sono stato immerso, ho preso consiglio da sagge e sante persone che mi esortano, mentre che ho tempo, di fare, in quanto per me si potrà, una austera e gravissima penitenza, acciò che nostro signor Dio mi perdoni. Onde dopo molti e varii discorsi tra me fatti, e il tutto con diligenzia bene considerato, mi sono resoluto non ci essere via più profittevole per salvazione de l’anima mia, reconciliandomi con la divina misericordia, che abbandonare mie figliuole, lasciando loro tutti gli stati e le mie giurisdizioni, e in luogo soletario e deserto ridurmi ove nessuno mi conosca, e in qualche grotta fare la vita mia, fin che piacerà al Salvatore nostro per sua misericordia chiamarmi a sè. E ben che trovi il modo di far questo, che li miei parenti e amici nulla ne saperanno, chè da loro non vorrei per tutto l’oro del mondo essere impedito, nondimeno per più sicurezza mia, mi è ne l’animo caduta una via, la quale penso con l’aiuto vostro debbia facilmente