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ragionavamo, quegli altri gentiluomini dissero che in Ferrara erano dui, non volendoli nominare, de li buoni cittadini che avevano due molto belle moglieri, e tutti due, non si accorgendo l’uno de l’altro, si mettevano in capo la vituperosa insegna de le corna. E di tale facenda varie cose dicendo, il signor Enea, che le orecchie avea a ciò che coloro favoleggiavano, rivolto a quelli, disse: – Signori miei, cotesta non è cosa nuova, e sovente fiate suole avenire. Onde a questo proposito mi piace dirvi una novella, che essendo a Padoa in casa del signore cavaliere Obezzo, mio onorato nipote, intesi narrare. – E così narrò una piacevole novella, che a tutti fu molto cara averla udita. E perchè mi parve degna di essere consagrata a la memoria di quelli che verranno dopo di noi, se tanto gli scritti miei dureranno, la descrissi, come anco lungo tempo è che ho scritto quella che in Milano voi narraste, se vi soviene, di quella gentildonna che fece quella grandissima paura al suo amante, e la piacevole ricompensa che da lui le fu resa. Or questa che il signore Enea ha recitata, per essere occorsa in Padoa vostra patria, a voi la mando e la vi dono, volendo che col vostro nome in fronte da tutti veduta sia. Giovami credere che voi volontieri la vederete, come cosa scritta da uno tutto vostro, e che qualche volta vi potrà ricriare, quando per lo governo di quella magnifica città e per acquetare le sanguinose e crudelissime parzialità di quelle contrade, che di rado si veggiono essere tranquille, vi troverete fastidito. State sano.

NOVELLA X


Francesco da Carrara, signore di Padoa, si innamora di una sua cittadina


e la gode. La moglie di Francesco se ne avede e il dice al marito


de la innamorata del signore, e, con lui accordata, amorosamente si godeno.


Come già ho detto, non è cosa nova che due innamorati godano le moglie l’uno de l’altro, anzi pare che una certa ragione il voglia; chè, come una de le assise de li duchi del grasso Milano, quella, dico, del buratto, dimostra, «avvenga tale a te, quale a me». Però si suole dire: «Chi ne fa, ne aspetti». Vi dico adunque, signora sorella e voi signori, che essendo signore di Padoa il signor Francesco da Carrara, che fu grande amico del Petrarca, che egli aveva una bellissima e nobilissima moglie, la quale oltra ogni