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arbuscello che produce questo sacro liquore. Egli pure si chiama «vite», perchè nel vero egli dona la vita a l’uomo. Si dice anco ne la Sacra Scrittura che il vino moderatamente bevuto è la esultazione de l’anima e del corpo, e che de li medesimi il sobrio bere è la sanità. Tutto questo ci dice il Sapiente. Ora per queste lodi attribuite al vino pare che il commune proverbio che si dice: «il vino è il latte de li vecchi», sia ragionevolemente detto, perciò che, sì come il latte nodrisce tutti li piccioli fanciulli, così pare che ne la età senile e decrepita sia il perfetto vino la norritura e mantenimento de la vecchiezza. Avete inteso la utilità che si cava dal vino, senza che di quello agli uomini e anco agli animali si fanno molte salutifere medicine. Ma guardino bene questi cinciglioni ubriachi, che non si mettano in capo avere da ogni ora il bicchiero in mano e a la bocca. Sappiano che ogni estremo ordinariamente è vizioso e nocivo; che sempre io ho detto che il vino vuole essere con misura bevuto e con onesto temperamento. Odano ciò che dicono le sacre lettere. Non è egli scritto che molti più el troppo mangiare e bere ne ha morti, che non ha fatto il coltello? Non dice egli il Sapiente che il vino fa apostatare gli uomini saggi? e che esso vino è creato da Dio per iocondità e non per inebriare? Non è egli scritto che il vino, for di modo preso, a molti è stato cagione chiara di fargli irritare e corrociare, e che infiniti ne ha roinati? Certo che lo Ecclesiastico ha lasciato scritto che «il soverchio vino bevuto è la amaritudine de l’anima». E questi sono pure danni grandissimi. Veramente il vino, quando si beve più del dovere, causa orrendi morbi e pestifere infermità. E secondo che è preso sì come richiede il bisogno de la temperatura de li corpi nostri, conferisce molto al nodrimento del corpo, genera ottimo sangue, si convertisce prontamente a nodrire, accresce la digestione per tutte le membra e parti corporali, fa buono animo, rasserena l’intelletto, rallegra il core, vivifica gli spiriti, provoca l’orina, caccia la ventosità, aumenta il calore naturale, ingrassa li convalescenti, eccita l’appetito, rischiara il sangue, apre le oppilazioni, distribuisce il cibo nodritivo a le parti convenevoli, fa buono e bello colore e caccia fuori tutte le superfluità. Eccovi il bene. Ma voltiamo carta e veggiamo li mali. Questo prezioso e vitale liquore fore de l’uva premuto, se si beve senza modestia e senza regola, come sogliono fare gli ubriachi, infrigidisce per cagione accidentale tutto il corpo, suffocando il calore naturale, come si estingue uno picciolo fuoco cui sovra sia gettata una gran quantità di legna. Nuoce al cervello, offende la