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228 parte quarta

aveva disotterrato il cadavere. Come furono nel vólto de! vino, Giulio, messo su una panca il lume, disse: Piemontese, aiutami a cavare questo corpo fuora di questa fossa. Oimè! rispose egli, che morto è cotesto? Non ricercare più innanzi, li gridò Giulio, ma senza far più motto aiutami, che io vo’che lo portiamo al tale pozzo, e dentro ne lo gettiamo. Il Piemontese, che era buon uomo e timido, e conosceva il Romagnuolo essere di pessima natura, e bravo e manesco, fece quanto quello voleva. E cosi cavarono fuora il corpo, il quale subito al volto e ai panni fu dal Piemontese per lo corpo del povero Deodati riconosciuto. Del che forte si meravigliò, ma nulla fu oso dire. Preso adunque il cadavere, uno per li piedi, e l’altro per lo capo, uscirono del giardino. Come furono fuora della porta, lasciò il Piemontese cascare in terra il corpo, e si diede, quanto le gambe il portavano, a pagare di calcagni, e via fuggire; di modo che Giulio, còlto all’improvviso, non fu sì presto a seguirlo, come l’altro era stato a prendere l’avvantaggio. Li corse dietro buona pezza Giulio, ma per l’oscurità della notte, perdutanell’orma, e più non sentendo la pesta di quello, se ne tornò al giardino, e fece ogni prova* per portar il morto al pozzo, ma non fu possibile. Onde strascinatolo in casa, che non era quattro braccia fuora della porta, e serrato l’uscio, tutto sbigottito e di malissima voglia, andò a trovare Simone, e li narrò quanto era seguito. Restò il Turchi quasi disperato, e non sapeva che farsi, veggendo la manifesta sua rovina. Giulio allora in questa forma a parlar cominciò: Io non so ove questo poltrone Piemontese sia ito, ma poichè egli sa che io ho disotterrato il corpo di Geronimo, che senza dubbio avrà riconosciuto, io resto in pericolo della vita. A me pare essere necessario che io me ne vada con Dio, perchè se il Piemontese mi accusa, essendo io fuggito, e voi restando qui, sarà aperto indicio che non voi della morte di Geronimo, ma io sono il colpevole. Parve al Turchi che il consiglio del Romagnuolo fosse buono. Il perchè li diede tutti quelli danari che in borsa avea, e di più due catene d’oro che nella tasca si trovò, che potevano essere di peso di trenta in trentatre scudi l’ima; e li promise che ovunque andasse, sempre lo soccorrerla di danari. Giulio, nell’aprire delle porte, della terra se ne uscì, e andò alla volta di Aquisgrana. Il Piemontese andò tutta la notte errando ora qua ed ora là, tra so chimerizzando ciò che dovesse fare. Simone, pieno di vaipensieri, nò poteva dormire, nè sapeva che farsi. Deliberò più. I volte, come veniva il giorno, fuggirsene; ma li pareva poi che