fu donna, e io sono nato uomo. Bastici per adesso dire che Geronimo non fece troppo bene a dir del male del Turchi alla signora Veruè, perchè non poteva esortarla a levare i danari delle mani a quello, se non perchè male li governava, e non era sicuro; ° così il vituperava, come uomo che non sapeva governarsi. Ma dall’altra banda fece male e peggio la donna adicelare al Turchi, chi fosse stato colui che consigliata l’avea. Era bene assai avergli detto che alcuni mercatanti, uomini da bene, l’avevano avvertita ad assicurarsi del suo, e non venire a particolare nessuno. Questo tanto ve ne ho voluto dire per ciò, che reputandosi il Turchi essere offeso per la prigionia di Lucca, e in Anversa poi, allora che Geronimo disse che non sapevacciocchè quello potesse fare, se non diventava sensale, ancorachè riconciliato si fosse, avendo nondimeno deliberato tra sè farne la vendetta, l’essere poi stato servito dei tre mila ducati per Ispagna, aveva di modo addolcita l’acerbità dell’odio antico, che quasi era in tutto estinto, secondo che esso Simone, dovendo essere arso, confessò. Ma questa ultima ingiuria, che egli grandissima ed acerbissima stimava, fu cagione di svegliare e riaccendere in modo le sopite fiamme della vecchia nimistà, che al tutto Simone si propose levarsi Geronimo dinanzi dagli occhi, avvenissene poi ciò che si volesse. Arrogi a questo, che egli in questa mala opinione si confermava tanto più, quanto che alcuni di innanzi, andando di notte attorno, gli era stato fatto in viso da un suo nemico un brutto sfregio; onde credeva che Geronimo fosse stato colui che l’avesse ferito. Ma di gran lunga si ingannava, come da poi si discoperse, e si venne in cognizione di colui che sfregiata l’aveva. Voi dovete sapere, per dirvi ciò che da molti degni di fede intesi, che Simone era uomo di pessima natura e di malissimi costumi, e tra l’altre sue taccherelle aveva la più mordace e velenosa lingua che si sentisse giàmai. Onde per mettere discordia tra due amici, era artefice meraviglioso, ed ordiva sì maestrevolmente gli ingannevoli lacci suoi, che li faceva parere verisimili. E in somma egli era una sentina di ogni vizio e malignità, e secondo che del male del prossimo ciascuno condolere si deve, e dèi bene di quello rallegrarsi, egli faceva tutto il contrario. Lodava molto le crudeltati fatte da diversi tiranni, e cercava d’imparare il modo di fare alcuna crudeltà. Aveva poi sempre in bocca non essere al mondo cosa di maggior dolcezza, che delle ricevute ingiurie prendere crudelissima vendetta. Essendogli adunque questo strano ghiribizzo di vendicarsi entrato in capo, deliberò di ancidere Geronimo, e farne sì memorabile