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col morto. Lo sciagurato ed avaro parrocchiano, gridando tuttavia mercé, fu per comandamento del duca messo ne la fossa e coperto incontinente di terra. Il perché, essendo la buca molta alta e il peso de la terra che a dosso gli fu gettata assai greve, si può credere che il povero prete subito si soffocasse. Come il duca vide la fossa esser piena, comandò ad uno dei suoi che andasse a casa del prete, e che quanto in casa si trovava da vivere e tutte le cose mobili che v’erano fossero date in dono alla povera vedova e suoi figliuoli. Il che fu integralmente esequito, con tanto terrore di tutta la chiesa di Milano, che per parecchi dí non vi fu prete che due volte da popolani si facesse richiedere. Ed ancora che cosí fatto castigo fosse nel vero troppo barbaro e crudele, fu nondimeno cagione che molti preti comendarono la loro discorretta vita. Pertanto, come v’ho detto, saria talora buono usare degli straordinari rimedii. Io mi fo a credere che gli avi nostri, che in Milano hanno fondato le cento parrocchie che vi sono, oltra altre tante badie, chiese, monasteri di frati e monache che molti si veggiono in questa cittá, e gli hanno arricchiti di rendite e possessioni, l’abbiano fatto perché i frati, i preti ed altre persone religiose possano vivere ed officiare le chiese, e ai poveri ministrare i sagramenti senza premio.


Il Bandello al magnifico messer
Gian Giacomo Gallarate


Vero esser si truova quasi ordinariamente quell’antico proverbio che dire tutto ’l dí si suole: che «la troppa familiaritá partorisce disprezzamento»; ed è sovente cagione che il minore non porta la debita riverenza al suo superiore che deverebbe, anzi con una prosuntuosa e temeraria confidenza casca talora in gravissimi errori. Per questo deverebbero coloro che altrui governano non si far tanto privati e domestichi con i suoi soggetti, che gli dessero occasione di tenergli in poco conto e presumere di fare de le sconce e mal fatte cose. Ed altresí denno i servidori, quando si conoscono esser dai padroni amati, governarsi prudentemente e sempre piú umili diventare, pigliando de la dimestichezza dei superiori meno ardire che sia possibile. Si parlava di questa materia in casa de la gentilissima e dotta signora Cecilia Gallerana, contessa Bergamina, e varie cose si dicevano, quando