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Come il capitano Antonio ebbe l’avviso dei nettunesi, in quella medesima ora mandò due fregate per ispiare ciò che i mori facevano. Andarono via le fregate quasi a guisa di pescatori, e manifestamente subito conobbero le galeotte esser moresche ed anco dei corsali. Videro i mori le fregate, ma, stimando in esse andar pescatori, non le volsero assalire per non si scoprire, con speranza di far il dí alcuna buona presa di legni mercantili, massimamente di quelli che pensavano dever tornar da la fera salernitana. Era venuto quella notte, dopo la spia avuta da le due fregate, il capitano Antonio Doria a l’isola di Ponzo, e, poco innanzi che l’alba cominciasse ad apparire, si levò e mandò due galere a scoprir i mori da una de le bande de l’isola, le quali due galere erano con alquanto di distanza seguitate da nove altre galere. Esso capitano Antonio Doria providamente da l’altra banda de l’isola lentamente navigava con l’altre undici galere, a ciò che i corsali, o da l’una parte o da l’altra, dessero del capo ne la rete e non potessero scampare a modo veruno. Ora, come i mori videro comparire le due dette galere senza conserva d’altri legni, pensando che altra scorta non avessero, fecero consiglio tra loro e conchiusero che era ben fatto piú tosto animosamente combatterle che fuggire. Onde, fatta cotale deliberazione e mettendosi ad ordine per menar le mani, cominciarono a scoprire le nove altre galere che navigavano appo le dui prima da loro scoperte. Del che, giá presaghi de la loro presente rovina e disperati del tutto di potersi salvare, bestemmiando i loro dèi, si pelavano la barba. Tuttavia, non mancando a loro stessi, cominciarono a gettar in mare assai di quelle mercadanzie che a’ cristiani rubate avevano, per alleggiamento dei loro legni, a ciò che piú velocemente potessero dar volta a l’altra banda de l’isola, e, calandosi in terra, abbandonate le galeotte, appiattarsi fra le selve e boschi, che sono in quell’isola grandi e foltissimi. Ma volendo schifar un periglio, fecero come colui che, desiderando di non dare in Cariddi, percosse e si affogò in Scilla; perciò che s’avvennero a le galere del capitano Antonio, che con l’altre undici da quella costa veniva. Quivi, senza punto poter far diffesa, tutti i mori furono presi e messi a la catena. Balí Rais, il capitano, che in vista mostrava d’esser un bravo uomo, aveva quel giorno indosso una giubba di scarlatto di grana con bottoni grossi d’oro. Egli anco fu spogliato e posto a la catena col remo in mano. I prigioni cristiani tutti furono liberati e messi in libertá. Marco Antonio mio fratello, uscendo di sotto coperta de la galeotta ove era stato in prigione tutto il tempo