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un suo marito che ha dinanzi morto, e dice che il parrocchiano non lo vuol sepellire se non lo paga, ma che ella non ha un patacco da dargli. – Il duca, come sentí questa cosí disonesta avarizia, sorridendo disse a quelli che seco cavalcavano: – Veramente questo messer lo prete é un poco troppo avaro. Bisogna che noi facciamo questa opera di caritá, di far sepellire questo povero morto e appresso fare elemosina a la lacrimante sua moglie. – E rispondendo tutti quei cortigiani che faria molto bene, egli mandò a chiamare il parrocchiano, il quale, udito il comandamento del duca, subito venne. Il duca, che lo vide ben vestito e molto grasso, giudicò che fosse un prete di buon tempo, che andasse fuggendo le fatiche e che volesse mangiare di buoni e grassi capponi e bevesse de la meglior vernaccia che si trovasse in Milano. Come messer lo prete fu dinanzi al duca, riverentemente gli domandò ciò che gli comandava. – Noi vogliamo, – rispose egli, – che voi debbiate dar sepoltura a quel povero uomo che lá entro giace morto, e noi vi faremo dare il conveniente premio che meritate. – Il prete rispose di farlo, e se n’andò incontinente a la chiesa, che era ivi vicina, e con alquanti preti e chierici suoi si vestí con la cotta e la stuola, e levò il corpo e lo fece portare a la chiesa, cantando piú solennemente che si poteva, per mostrarsi ben saccente e gran musico, veggendo che il duca, smontato, a piedi con tutta la corte accompagnava il morto. Mentre che l’essequie si celebravano, aveva ordinato il duca ad uno dei suoi che comandasse ai beccamorti che facessero nel cimitero una piú profonda fossa che vi si potesse fare; il che fu in poco d’ora fatto. Stette il duca continovamente ne la chiesa fin che l’essequie si fornirono, le quali, come sapete, con salmi, evangeli, e letanie a l’ambrosiana, sono molto piú lunghe che non sono i mortuarii a la romana. E messer lo prete le faceva, per onorar il duca, molto piú solenni del solito. Fatto portare dopoi il corpo fuor di chiesa, e cantatovi sopra ciò che si costuma, volendo i beccamorti metter il cadavere ne la fossa, il duca, fattosi innanzi, gli fece fermare e gli comandò che pigliassero il parrocchiano ed insieme col corpo del morto strettamente lo legassero e mettessero dentro la sepoltura. Era la crudeltá del duca appo grandi e piccioli cosí chiara che ciascuno lo temeva come il morbo; onde, come gli sbigottiti preti e chierici videro il loro parrocchiano esser preso, senza aspettar altro, gittata per terra la croce con l’aspersorio ed acqua santa, quanto le gambe ne li poterono portare andarono via, parendo loro tratto tratto che i beccamorti gli devessero prendere e sotterrargli insieme