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s’affliggevano; ma una gran pietá era sentire le strida de le timide donne, che mandavano le grida insino a l’alto cielo. Quelli che sapevano nuotare si cominciarono a dispogliare per raccomandarsi a l’acqua. In questo ecco venire una palla di moschetto che diede nel petto di botta salda a Beltramo, e subito l’ancise. Rimase Marco Antonio, che a canto gli era, tutto spruzzato del sangue del morto compagno, e tanto vicino gli passò la palla che gli arse in parte ed affumicò i peli del mantello. Pensate come egli in quella mortal tresca si trovava. Faceva voti a Dio e a’ santi, e a quelli si raccomandava. Io per me crederei che alora egli dicesse i paternostri de la bertuccia. Ora molti dei cristiani, per fuggir la servitú di quei barbari, sapendo nuotare si gettarono in mare. Marc’Antonio anco egli fu uno di quelli, ché, raccomandandosi a Dio nostro signore e a la gloriosa Vergine Maria, si mise a nuotare. Ma, come proverbialmente dir si suole, saltarono da la padella nel fuoco, perciò che tutti quelli che a nuoto s’erano messi furono dai mori, che sovra gli schifi li seguivano, presi. Gli altri, cosí uomini come donne, che erano restati sovra il bregantino, non so come, essendovi saliti su alquanti mori, e tagliando a pezzi e svenando i poveri cristiani, il bregantino si riversò con la carena al cielo, di modo che gli uomini nostri e le sciagurate donne e quei crudelissimi mori col bregantino in capo vi si annegarono. Fu poi condotto Marco Antonio con gli altri prigioni sopra le galeotte, dove tutti, spogliati ignudi come il giorno che nacquero, ebbero per antipasto di molte battiture con alcune verghe sottili di palma, essendo la costuma di quegli scelerati barbari di tal maniera flagellare ed acconciar i presi cristiani per far loro conoscere che sono diventati schiavi. Onde, avendoli di modo percossi che le carni loro piovevano da capo a piedi vivo sangue, cosí ignudi come erano, gli cacciarono sotto coperta. Poi, come furono arrivati a Monte Cristo, misero tutti i cristiani al publico incanto e gli vendettero per ischiavi ai medesimi mori de le galeotte, e tra loro divisero quei danari che se ne cavarono. Indi voltarono i remi a la volta de l’Affrica. Quivi si può considerare che core e che animo fosse quello degli sfortunati prigioneri, che si vedevano menare schiavi in Barbaria con nulla o bene pochissima speranza di ricuperare giá mai la perduta libertá, né di mai piú tornar a le lor patrie. A mio fratello doleva senza fine d’aver perduto padre, madre e noi altri fratelli, e, oltra questa miseria sciagurata vedersi schiavo in mano di gente barbara nel principio de la sua fiorita giovinezza, senza speme d’uscire di tanta e sí misera servitú giá mai. Ma molto piú