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mano per ispendergli a la giornata. Indi, circa il principio del settembre, partí esso mio fratello da Rodez e andò con Beltramo di lungo a Marsiglia, e, presa una fregata, navigò a Genova, ove trovò una barca da Lerice, che voleva partire per andar a Porto Venere e indi a Roma. Fece egli porre la sua valigia su la barca per navigar con quella; ma in quel punto che volevano uscire del porto, medesimamente si metteva ad ordine uno bregantino barcellonese per far vela. Il padrone di quello, veggendo il buon viso del mio fratello, gli disse: – Signore, io in questa medesima ora m’appresto per andar a Roma, ed ho qui meco circa quaranta passaggeri ed alcune gentildonne di questa cittá, che vogliono venir a ritrovar i lor mariti, che sono banchieri e trafficano a Roma. Voi sarete per ogni rispetto molto piú sicuro sovra il bregantino che in una barca. – Il che credendosi Marco Antonio, fattasi dar la valigia, montò col compagno suo sovra il bregantino. Ma egli non la indovinò, e non aveva detto il matino il paternostro di san Giuliano; perché la barca di Lerice navigò senza impedimento alcuno a salvamento a Roma, ed egli sovra il bregantino s’incontrò nei maligni spiriti ed ebbe assai che fare, come nel processo del mio parlare intenderete, perciò che assai sovente l’uomo pensa farsi il segno de la santa croce e si dá de le dita ne gli occhi. Spiegata adunque la vela con prospero vento, non dopo molto entrarono nel canal di Piombino, e secondo la costuma dei naviganti, quando furono dinanzi al porto, quello con dui tiri di artiglieria salutarono, e lietamente navigando andavano al lor viaggio, senza téma alcuna di ritrovar cosa che gli impedisse o molestasse. Erano quattro galeotte moresche, di quelle del famoso corsale Dragutto, condutte da balí Rais, ne le cose maritime, e massimamente circa il corso, molto pratico, le quali soggiornavano appiattate in un riposto seno del canale, in aguato per prender a l’improviso qualche legnetto di cristiani, che per quei mari mal accompagnato navigasse. Come i detti mori sentirono i tiri e saluto del bregantino, imaginandosi ciò che era, sboccarono fuor de l’aguato e si misero a la posta. Indi, come il bregantino comparve, con i lor gridi moreschi e con tiri di arteglieria furiosamente l’assalirono e lo cominciarono a combattere con grandissima fierezza. I poveri e sbigottiti cristiani, veggendosi a torno le quattro galeotte bene in punto armate e corredate, e conoscendosi non esser atti a poter loro far resistenza, e il domandar mercé a quei perfidi e crudeli mori nulla giovare, non sapevano ad altro rivolger il pensiero che a fuggire. Erano sossopra i marinai e passaggieri, e molto