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sono state quelle che hanno pregato indarno e non si sono lasciate corrompere, io porto ferma openione che non sarebbero sí facili ad aver cattiva openione de le donne ed ingelosire de le mogli. Deveriano pensare che né gli uomini né le donne sono d’un medesimo volere. Il dire che tutte le donne siano oneste e da bene, potria esser bugiardo per qualche particolare, e saria anche parola troppo presuntuosa. Non è anco lecito affermare che tutte siano disoneste, veggendosene per isperienza molte oneste e buone. E cosí, come tra gli uomini ce ne sono di buoni e di rei, il medesimo si può credere esser de le donne. Ma perché l’uomo è capo de la donna e gli appartiene il governo de la famiglia e de la casa, se egli per sorte s’abbatte in moglie leggera di cervello e che molto non si curi de l’onore, deve in questo caso il marito tener aperti gli occhi e levar via quelle occasioni che gli par che prestino la via a la donna d’esser meno che onesta, e mostrando di far ogni cosa eccetto ciò che ha ne l’animo, stia sempre vigilante e consideri minutamente tutti gli atti di quella. E veggendo che ella in effetto mostri qualche particolare affezione a chi si sia, non mostri né in parole né in atti a modo veruno accorgersene. Se ne sono visti di molti, che, dubitando che la moglie non fosse innamorata d’uno, hanno cominciato a borbottare per casa e poi averanno garrita essa moglie e dettole: – Tu non credi che io m’avveggia che tu ami il tale o il tale. Al sangue e al corpo, io farò e dirò! – Può esser di leggero che il marito talora s’inganni e che mai la donna a coloro non pensasse. Onde segue poi che ella metterá mente agli atti che quei tali faranno, e per le parole del marito a poco a poco ella s’accenderá d’un di loro, e il marito, non sel pensando, sará divenuto ruffiano de la moglie. Sí che guardisi di non biasimare mai a la presenza di lei persona de la quale dubiti quella esser invaghita. La donna, come ode che il marito vituperi alcuno, pensa che quel tale sia uomo di piú vertú d’esso marito e che egli per invidia o malevoglienza ne dica male e tema di lui; il che talora è cagione che ella deliberi di provare ciò che non deve. Ci sono alcune donne di sí fatta costuma e natura, che l’offesa di Dio e meno l’onore del mondo non istimano e vogliono tutto quello che vien loro in capo, e ancor che avessero il coltello a la gola, punto non si smoveranno dai loro disonesti appetiti. Con queste non so io che castigo si debbia né si possa usare, conoscendosi manifestamente che non temono pena, ancora che loro si desse la morte. Per questo io consiglierei che chi in tale diavolo incarnato s’abbatte, prenda gli occhi d’Argo e non dorma, ma con