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LXIII

Debito castigo dato ad un canonico che con mirabile
invenzione aveva ingannato un suo vicino.


Ne la villa di Laon fu non è molto tempo un prete canonico, di beni ecclesiastici assai ricco, ma povero di buoni costumi e di cristiana conscienza. Aveva egli continua a la casa sua una casa d’un buon uomo, la quale egli sommamente desiderava di comprare, per meglio accomodarsi e far di due case fabricarne una a suo modo; ed al vicino suo l’averia molto ben pagata. Ma il buon uomo non volle mai intendere, per prezzo che offerto dal canonico gli fosse, di privarsi de la sua abitazione. Del che messer lo prete si trovava molto di mala voglia e non si ne poteva dar pace. E poi che piú e piú volte, usando diversi mezzi d’uomini per piegare il padrone de la casa a venderla, conobbe che indarno s’affaticava per danari di poterla avere, si convertí a le astuzie e agli inganni, imaginando tuttavia come il buon uomo egli, ingannando, inducesse a spogliarsi de la casa. Caddegli in mente una diabolica chimera e parveli molto al proposito per ottener l’intento suo. Onde, non avendo risguardo né a Dio, come si suol dire, né a’ santi, deliberò la sua pessima fantasia mandar ad effetto, seguendo in ciò il volgato verso de poeta:


Da che banda arricchisca nessun cerca:

ricchezza in ogni modo aver bisogna.


Determinatosi adunque essequire il suo pensiero, ebbe mezzo di trovar un abito di diavolo infernale, che a Parigi fece far il piú orribile e spaventoso che fu possibile, con un abbigliamento da capo che aveva duo gran corna, e una maschera sí contrafatta e tutta brutta, minaccevole e fiera, che averia fatto paura al piú animoso e sicuro uomo di tutta la Francia. Avuti questi abbigliamenti, partí da Parigi e tornò a Laone. Si vestí una notte da diavolo ed empí le corna di fuoco artificiato, e per la via del tetto passò da la sua casa a quella del suo vicino, e per un finestrone, che era in mezzo del tetto per dar lume al solaro, sotto esso tetto entrò dentro. Era quivi a caso stata messa una botte vecchia per riporvi dentro de la cenere. Il buon canonico cominciò per la prima a volgere e rivolger la botte sovra il solaro, facendo il maggior romore del mondo, ché tutti quelli di casa, a lo strepito che la raggirata botte faceva, dal sonno si destarono.