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molte mogli del re d’Inghilterra e morte

de le due di quelle, con altri modi e varii accidenti intervenuti.


Enrico, di questo nome ottavo re d’Inghilterra, prese per moglie Caterina figliuola di Ferrando d’Aragona e d’Isabella di Castiglia sua moglie, che meritarono per lo conquisto del reame di Granata e per il zelo che avevano de la fede catolica esser chiamati i «regi catolici», ancor che prima fosse dato questo titolo ad Alfonso, primo re di cotal nome. Con questa Caterina ebbe Enrico una figliuola chiamata Maria, giovane di grandissimo spirito e di bei costumi e grate maniere dotata. S’innamorò esso Enrico d’Anna, de la famiglia di Bologna, figliuola d’un cavaliero de l’isola, giovane di corpo molto bella ma di basso animo e plebeo, che era de la reina Caterina donzella, e tanto innanzi andò con questo suo amore, e sí il re vi s’abbagliò, che entrò in pensiero di repudiar la reina e prender questa sua donzella per moglie. Si dice che il cardinale Eboracense, che alora amministrava tutti gli affari del reame, lo consegliò che la repudiasse, con dargli ad intendere che seco il sommo pontefice averia dispensato, pretendendo al divorzio questa ragione, che Caterina era prima stata moglie del fratello maggiore d’esso re, e che perciò non poteva esser sua consorte. Ma alcuni altri dicevano al re che avvertisse bene, ché il papa non separerebbe mai questo matrimonio, perché quando egli la sposò fu dal papa, che alora era, dispensato di poterla sposare ancora ch’ella fosse stata moglie del fratello, col quale non aveva consumato matrimonio. Ora il re, ebro de l’amore de la donzella e sazio de la reina, quella di propria autoritá e senza altra dispensa repudiò, e cercando dal papa esser dispensato, non fu mai possibile che potesse aver l’intento suo, adducendo il papa che Caterina era sua vera moglie, avendola con autoritá de la Chiesa sposata e seco consumato il matrimonio ed avutone figliuoli, di modo che piú non gli poteva separare. Furono su questa materia compilati infiniti consulti, e non ci fu universitá alcuna né uomo che avesse fama di scienziato, che non fosse richiesto a comporre qualche cosa su questo caso. Né solamente il papa procurò cotesti consulti, ma il re altresí mandò per tutto; ma generalmente fu da tutti i dottori catolici con efficacissime ragioni conchiuso che il re non poteva repudiar la moglie, e meno il papa disfar