Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
quasi mezza la spada fuor del fodro, – ne le budella ad un traditore, e tante volte lo passerò di banda in banda che mi caderá morto a’ piedi. - E poi fra sé, pur farneticando tuttavia e borbottando alcune parole fra’ denti, con viso turbatissimo diceva basso non so che. Egli era nel mezzo de la via che va dritto a San Sempliciano, che sapete esser assai larga e patente. Mentre adunque che egli con questi ghiribizzi in capo diceva ciò che v’ho detto, a lui vicino passava uno dei sergenti de la corte, che noi chiamiamo «sbirri», che ritornava dentro la cittá, avendo nel borgo fatte certe essecuzioni; ed egli anco aveva la sua abitazione assai vicina al giardino di che v’ho parlato. Il sergente, veggendo il turbato viso del minacciante giovine e udendo le fiere parole che diceva, si persuase, avendo altre volte esso sbirro fatto parole col giardiniere padre del giovine, che egli quelle bravate facesse per suo dispregio e vituperio. Volendosi adunque chiarire de l’animo del giovine, gli disse: – Giovan Antonio, – ché tale era il nome del giovine, – io non so se tu parli meco, perciò che, non veggendo ora persona qui vicina, non posso pensare altrimenti. Se tu hai cosa alcuna da partir meco, parla chiaro, ché io son bene uomo per risponderti ad ogni maniera che tu vorrai. – A questo, alquanto il giovine fermatosi, cosí rispose: – Basta! io non sono tenuto né voglio renderti conto dei casi miei. Ben ti dico che questa spada, – e quella cavò un poco fuori, – ho io senza dubbio da ficcare ne la pancia ad un ladro traditore. Sí farò, per lo corpo di Cristo! – Né piú disse, ma se n’andò verso casa, non si fermando fin che non fu arrivato al palazzo del giardino, che non troppo da lunge era. A lo sbirro, avendo sentita la risposta, cadde nel capo che colui minacciato l’avesse. Il perché deliberò chiarirsene, e tornando indietro, andò a la casa del giovine, che voleva desinare, non essendo altri in casa che una sua sorella di venti anni. Picchiò lo sbirro a la porta, e il giovine, fattosi a la finestra, domandò ciò che voleva. – Vorrei, – disse egli, – dirti due parole. – Il giovine, avendo la sua spada a lato, venne di sotto, ed aperta la porta uscí su la strada. Alora lo sbirro molto orgogliosamente gli disse che voleva sapere se per lui aveva dette quelle parole. Il giovine gli rispose che s’andasse per i fatti suoi, e che alora non era tempo di confessarsi, e che ciò che detto aveva era ben detto e che di nuovo lo ridirebbe. – Tu menti per la gola! – disse lo sbirro. Alora il giovine tutto ad un tratto gli diede un bravo schiaffo e cacciò mano a la spada. Il medesimo fece lo sbirro, e cosí l’un l’altro s’ingegnava di ferire. Corse di molta gente al romore e, tra l’altre,