Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
che egli se ne torni, mi sia quanto a la persona sua ubidiente. Il povero castellano è oramai vecchio, e credo che mal volentieri vada la notte in qua e in lá visitando le guardie. Io gli dirò che si riposi e che di questo lasci a te la cura, ché tu le rivisiterai quando sará il tempo. – E secondo che a l’amante ella aveva detto, cosí, chiamato il castellano, gli disse: – Castellano, poi che il conte è partito e che stará qualche dí fuori, io vo’ che noi abbiamo buona cura di questa sua ròcca e de l’altre nostre cose, e che sovra il tutto le guardie la notte siano spesse fiate riviste e messovi buona diligenza, ché, ancora ch’io non creda che ci sia pericolo, tuttavia si suole communemente dire che «buona guardia vieta rea ventura». Ed oltra ogni cosa, io so che al conte faremo piacer grandissimo quando intenderá che, mentre egli sia lontano, noi siamo stati solleciti e diligenti guardatori de le cose sue. Ma perché voi sète pur vecchio, e l’andar a torno la notte non è troppo sano, io mi credo che sará ben fatto che voi diciate una parola a messer Antonio da Casalmaggiore, che in questi pochi dí prenda questa fatica per voi di visitar le guardie. Io porto ferma openione che egli lo fará volentieri per amor vostro. – Il castellano, che giá era stato dal conte instrutto, molto bene s’avvide a che fine la contessa queste cose diceva, e le rispose: – Signora, io farò tanto, in questa e in ogn’altra cosa, quanto sará vostro piacere di comandarmi. Ma egli sará ben fatto che voi gliene diciate una parola. E basterá che attenda di sopra e lasci a me la cura del ponte. – Come la donna l’aveva divisato, cosí si fece; di che l’amante si tenne molto contento. Ora come fu la notte, parve un’ora mille anni a la donna d’aver seco l’arciero, per vedere chi saperia meglio tirare. Il conte cavalcò di tal maniera che, quando tempo gli parve, fece rivoltare le briglie senza aprir a nessuno la sua intenzione. Come fu giunto a la ròcca, andò chetamente a dismontar al palazzo che di fuori aveva, e comandò che nessuno quindi si partisse per quanto avevano cara la grazia sua. Dopoi, chiamati tre dei suoi piú fidati, con quelli, essendo tutti quattro di corazzine, celate e spade armati, se ne venne verso la porta de la ròcca e diede il segno che al castellano ordinato aveva. Era buona pezza che il castellano aveva veduto entrar l’arciero ne la camera de la signora contessa, e s’era ridutto di sotto, aspettando il suo signore; onde, sentito il segno, senza far strepito alcuno calò la ponticella de la pianchetta e introdusse il conte con i tre compagni. Il conte alora a quei tre, con meraviglia grande di loro, aperse l’animo suo e di lungo se n’andò a la camera, la quale, con la chiave che aveva, aperse, e trovò